Ad attirare l’attenzione nell’ultimo periodo era stato lo scorporo della rete. Invece l’accordo più importante, quello sull’azionariato e sulla governance, è arrivato nella notte. Niente a che fare con i cinesi di Hutchinson Whampoa di cui si era parlato nei mesi scorsi e su cui aveva puntato il presidente Franco Bernabè. A sottoscriverlo sono stati la spagnola Telefonica e i soci italiani di Telco, Mediobanca, Generali e Intesa Sanpaolo. In base all’intesa Telefonica sottoscriverà oggi un aumento di capitale da 324 milioni in Telco, la società che controlla il 22,4% di Telecom, toccando quota 66% della holding.
I nuovi assetti societari
A seguito dell’integrale sottoscrizione dell’aumento di capitale da parte di Telefonica il capitale sociale di Telco risulterà suddiviso con un assetto diverso dall’attuale portando Telefonica al 66% di Telco, Mediobanca al 7,34%, Intesa Sanpaolo a 7,34% e Generali al 19,32%. Telefonica si è anche assunta l’impegno per un ulteriore aumento di capitale di Telco da 117 milioni con la quale la sua partecipazione in Telco salirà al 70%.
La scissione di Telco e la tempistica
Con l’accordo tra gli spagnoli di Telefonica e i soci italiani presenti in Telco, si aprono due finestre per la scissione della stessa Telco tra il 15 ed il 30 giugno 2014 e tra il primo ed 15 febbraio 2015.
Il passo indietro di Generali
“Siamo soddisfatti di aver concluso questo accordo che è in linea con i nostri obiettivi di rafforzamento patrimoniale e che ci permette di guardare con ottimismo alla distribuzione di un dividendo soddisfacente a fine anno”, ha commentato l’ad di Generali, Mario Greco.
Generali rende inoltre noto che la svalutazione netta della quota Telco sarà di circa 65 milioni e sarà registrata nel terzo trimestre del 2013. L`accordo definisce infine in modo chiaro i possibili periodi di uscita da Telco, il primo a giugno 2014; il secondo a febbraio 2015, e riduce i rischi patrimoniali derivanti dall’eventuale futura cessione a Telefonica.