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Telefonica e non solo, tutti gli spagnoli che fanno shopping in Italia

Riso Scotti, Star, Fiorucci, Bertolli, Carapelli e Sasso. Non è la lista della spesa di una casalinga, ma quella della Spagna nei confronti dei colossi dell’agroalimentare italiano. Dopo l’accordo che mette in mano agli spagnoli di Telefonica il controllo dell’ex monopolista Telecom Italia, a fare i conti sui gioielli nazionali finiti a Madrid è uno studio della Coldiretti.

I gruppi ora spagnoli

“Siamo di fronte ad una escalation della presenza spagnola in Italia nel 2013”: con il passaggio il mese scorso del 25 per cento Riso Scotti nelle mani della multinazionale alimentare iberica Ebro Food dopo che il Gruppo Agroalimen di Barcellona (Gallina Blanca) era salito al 75 per cento nella proprietà di Star mentre già nel 2011 la Fiorucci salumi era stata acquisita dalla Campofrio food holding s.l. e nel 2008 la Bertolli era finita al gruppo Sos che nel 2006 aveva già rilevato Carapelli e Sasso.

Il valore delle acquisizioni spagnole in Italia

Spagnoli e francesi, sottolinea la Coldiretti, “si sono divisi gran parte dei marchi storici dell’agroalimentare italiano finiti in mani straniere per un fatturato di almeno 10 miliardi di euro dall’inizio della crisi che ha reso più facili le operazioni di acquisizione nel nostro Paese”.

L’avanzata francese

Ma a rilevare gruppi storici italiani non è solo la Spagna.L’avanzata francese nel Paese riguarda soprattutto due settori simbolo del Made in italy come l’alimentare e la moda. “All’inizio di luglio c’è stata la cessione dell’80 per cento dell’azienda Loro Piana al gruppo francese Lvmh per 2 miliardi di euro dopo che alla fine del mese di giugno la stessa multinazionale del lusso Lvmh aveva acquisito – sottolinea la Coldiretti – una partecipazione di maggioranza nel capitale sociale della pasticceria Confetteria Cova proprietaria della società Cova Montenapoleone Srl, che gestisce la nota pasticceria milanese. La Lvmh di Bernard Arnault aveva già in portafoglio Bulgari ed è proprietario di Fendi, Emilio Pucci e Acqua di Parma mentre – continua la Coldiretti – la sua rivale francese Ppr di Francois-Henry Pinault controlla Gucci, Bottega Veneta e Sergio Rossi”.

La miopia italiana

“I grandi gruppi multinazionali investono nell’agroalimentare e nella moda nazionale perché vedono una prospettiva di futuro in questi settori trainanti del Made in Italy che spesso non viene riconosciuta in Italia dove troppo spesso – conclude la Coldiretti – si preferisce guardare al contingente e non al modello di sviluppo sul quale puntare per far crescere il Paese”.


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