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Chi non segue Berlusconi nella riesumata Forza Italia

Grazie all’autorizzazione di Class Editori, pubblichiamo l’articolo di Giorgio Ponziano pubblicato sul numero odierno del quotidiano Italia Oggi.

Forza Italia? No, grazie. Non tutto il Pdl risponde signorsì all’ordine del Cavaliere di fare i bagagli e trasferirsi nella nuova-vecchia formazione politica. C’è chi intende rimanere fedele al Pdl, ed è sicuro che esso continuerà ad avere un ruolo importante nel centrodestra anche se Berlusconi staccherà la spina.

Uno strappo non di poco conto, pure se non è in gioco l’alleanza che si formerà tra Pdl e Forza Italia. Ma i due gruppi dirigenti già si guardano in cagnesco e il consiglio nazionale dei Popolari Liberali ha fatto sentire la sua voce: il raggruppamento presieduto dai senatori Luigi Compagna e Carlo Giovanardi, premessa la solidarietà di rito al Cavaliere, non ne vuole proprio sapere di aderire a Forza Italia e il documento votato a larghissima maggioranza spiega che «i Popolari Liberali rimangono nei gruppi parlamentari e nei gruppi comunali, provinciali e regionali del Pdl. Il movimento, radicato su tutto il territorio nazionale, potenzierà la sua presenza dal punto di vista organizzativo e politico in sintonia con tutti coloro che si riconoscono nel centrodestra, per rilanciare il Pdl».

Giovanardi, che fu uno dei ministri più fedeli a Berlusconi, ci tiene a ricordare che Forza Italia sarà fuori dal Ppe mentre al contrario il Pdl fa parte della grande famiglia dei popolari europei. Come dire che la legittimazione europea rimane a loro e Berlusconi dovrà sudare per tentare di ottenerla.

Non sono poche le perplessità sull’operazione Forza Italia all’interno dei circoli pidiellini. Nella Regione Friuli-Venezia Giulia è il consigliere Pdl, Luca Ciriani, ad ammetterlo: «Il Cavaliere è stato un grandissimo leader, ma Fi che ricompare sembra qualcosa di legato esclusivamente al suo destino politico. Importante finché si vuole, ma che non vede al di là di questo. Partecipazione, congressi, primarie: non ne parla nessuno. Non può stupire che abbiamo perso tutte le ultime amministrative e non governiamo neanche una grande città italiana. Se il modello a cui si guarda sarà quello di un partito ancora più mediatico-televisivo e non territoriale, si percorre la direzione sbagliata. Senza trascurare i guai prodotti da una selezione fatta all’interno del cerchio ristretto di Berlusconi».

Da Genova gli fa eco il vice-coordinatore metropolitano del Pdl, Gianni Plinio, che ha già deciso di non entrare in Forza Italia: «Riesumare Forza Italia sa di ritorno al passato. Insieme a molti amici darò vita a un Laboratorio ligure per l’unità della destra in sintonia con quella Officina per l’Italia che sta aprendo un confronto tra Giorgia Meloni, Gianni Alemanno, Francesco Storace e tanti altri al fine di redigere un manifesto condiviso della destra politica italiana alternativa alla sinistra e che guarda al futuro».

Anche in Puglia non ci sarà un trasloco collettivo ma una spaccatura. I contrari a Forza Italia sono capeggiati dall’ex-consigliere regionale Roberto Tundo: «In quattro anni e mezzo non si è riusciti a strutturare il Pdl c’era bisogno di questo tira e molla sul ritorno di Forza Italia? Il messaggio politico che Berlusconi vuole dare qual è? Quello di un riposizionamento al «centro»? Da destra la risposta, alla nuova trovata berlusconiana, è netta: no grazie, abbiamo già dato».

I berluscones forse guardano con sufficienza mista ad accidia a questo malessere nei circoli periferici ma il cuore pulsante della politica italiana è lì, e sono in arrivo valanghe di elezioni amministrative, quindi di prove sul campo della tenuta politica di un partito. Sottovalutare i maldipancia può essere rischioso, fino a ritrovarsi a propria volta infettati e malati. Avverte, da Lucca, l’ex-consigliere comunale Claudio Riccardi:«Forza Italia non è assolutamente il partito che può accogliere gli elettori delle destre. Berlusconi nel ’93 non ci ha fatto un regalo sdoganando il Msi, lui pensava ora li libero e poi li faccio tutti prigionieri , e così è stato. Ha sempre voluto fare il padrone non solo di Forza Italia dal ’94, ma essere il tutore dell’ intero centrodestra. Ha smacchiato l’Udc, ha disintegrato la Lega, ha cercato di annullare la Destra. Qualcuno purtroppo c’è cascato nella rete, ma adesso gli tocca riproporre Forza Italia».

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