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Siria, ecco le altre armi di Assad

Fumata bianca per l’accordo sulla distruzione dell’arsenale chimico del regime di Bashar al-Assad. Dopo settimane di negoziazioni, i governi di Stati Uniti e Russia hanno raggiunto un accordo sul testo che prevede il disarmo.

La risoluzione, che potrebbe essere adottata questa sera dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, include una menzione all’articolo 7 e all’uso della forza (anche militare) nel caso il regime di Damasco non rispetti l’impegno, anche se non prevede l’autorizzazione automatica della misura.

Un trionfo diplomatico
Da marzo del 2011, quando è cominciata la guerra in Siria, fino ad oggi, il Consiglio non era mai riuscito a concordare un testo comune sul dossier siriano. L’ambasciatore americano nelle Nazioni Unite, Samantha Power, ha detto che “si tratta di un passo avanti significativo con un Consiglio di Sicurezza che interviene per la prima volta in modo unanime per imporre degli obblighi legali e vincolanti alla Siria”.

Le altre armi di Assad
Questa decisione però non è una perdita di potere secondo il presidente siriano. In un’intervista al quotidiano Al-Akhbar, Assad ha detto che la Siria possiede armi più sofisticate rispetto a quelle chimiche, che sono in grado di “accecare Israele”.

Quelle armi alle quali si riferisce la risoluzione sono un’eredità degli anni ‘80, quando “fabbricavamo armi chimiche come deterrente contro l’arsenale nucleare di Israele. Ora non sono più un deterrente. Oggi abbiamo armi più importanti e più sofisticate da poter accecare Israele in un momento”, ha dichiarato Assad.

Assad ha detto di avere tonnellate di armi chimiche che costituiscono un peso per la Siria. “Il loro smaltimento sarebbe costato un sacco di soldi e di tempo, anche con rischi ambientali. Lasciateli venire e che le prendano”, ha detto.

Lo spostamento dell’arsenale
Due settimane fa, quando Barack Obama ha deciso di dare un’altra opportunità alla diplomazia ed era fiducioso della volontà di Assad di consegnare l’arsenale chimico, alcuni analisti non erano molto ottimisti.

Barry Pavel, vicepresidente e direttore del Brent Scowcroft Center on International Security di Atlantic Council, ha pubblicato un articolo spiegandone i motivi: “Solo pochi giorni fa, Assad temeva che un colpo degli Usa per scoraggiare l’uso di armi chimiche potesse degradare in modo significativo la sua capacità militare. Per questo motivo ha usato il dono del tempo ottenuto dalla decisione di Obama di chiedere l’autorizzazione del Congresso per spostare le unità militari in quartieri civili e per spostare i civili in siti militari. Ora Assad può stare tranquillo sapendo che il suo esercito rimarrà intatto, libero di continuare ad uccidere circa 5mila siriani al mese”, ha scritto Pavel.

Proteggere Israele
Secondo il presidente siriano, le armi chimiche non sono l’obiettivo degli Stati Uniti e dei Paesi alleati. La finalità era quella di cambiare gli equilibri del potere a Damasco per proteggere Israele. “Abbiamo buttato la palla dalla loro parte. La nostra decisione li ha imbarazzati di fronte al popolo americano ed europeo, e anche all’interno dell’Amministrazione Usa”, ha detto.

Non abbassare la guardia 
Nonostante l’accordo, il regime siriano non abbassa la guardia. In un’intervista all’emittente latinoamericana Telesur, Assad ha detto che la possibilità che gli Stati Uniti lancino un attacco contro la Siria è ancora reale. “O con il pretesto di armi chimiche, o per altri motivi. Se guardiamo alle precedenti guerre, almeno dai primi anni Cinquanta in poi, vediamo che la politica (americana, ndr) è quella di passare da un’aggressione a un’altra. Senza menzionare poi le loro azioni in America del Sud, dove hanno sostenuto colpi di Stato e causato la morte di milioni di persone”, ha dichiarato il presidente siriano.



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