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Meloni, Storace e Alemanno, tutti i fervori (e i dissidi) nell’Officina della destra

Da Officina per l’Italia a teatrino della vecchia politica? Il dubbio si sta insinuando tra gli addetti ai lavori che seguono l’evoluzione di Fratelli d’Italia, la formazione guidata dal duo Meloni-Crosetto che pare già un contenitore al cui interno convivono due partiti.

I rumors

Stando alle voci di alcuni presenti ad un vertice ristrettissimo andato in scena due sere fa, pare che l’ex ministro della Gioventù abbia discusso animatamente con Ignazio La Russa in riferimento ad alcuni accordi per le prossime europee, dicendo testualmente: “Tu hai già avuto”. E accompagnando il tutto con un vaffa poco oxfordiano, secondo alcune indiscrezioni. Il nodo del contendere sembra essere nelle pretese che la giovane dirigente ha lasciato intendere a tutti: ovvero che a Fratelli d’Italia spetterebbe di diritto la golden share di ciò che sta prendendo forma alla destra di Forza italia bis, ma senza poi tenere conto dei numeri. “Diritto de che?”, si chiede un ex deputato del Movimento sociale che si fa vanto di non aver mai votato un provvedimento di Meloni quando era ministro.

Conti e tabelline

Secondo il vecchio dirigente missino, Giorgia Meloni starebbe tirando un po’ “troppo la corda”, mettendo da parte chi ha dato un notevole contributo fino ad oggi alla causa di Fratelli d’Italia, come ad esempio Achille Totaro, uno che elettoralmente pesa non poco e così tarpando le ali ad una vera riunificazione a destra. Per dare invece fiato “alla solita cricca dei rampelliani, tutti raduni e croci celtiche” o ad una non meglio precisata pattuglia di giovani consiglieri comunali ex An sparsi nelle regioni, transitati nel Pdl ma che non sono mai riusciti a spiccare il grande salto nella Capitale. Vero, verosimile o inverosimile? Sta di fatto che di musi lunghi due pomeriggi fa in piazza del Parlamento ce n’erano parecchi, con almeno tre capannelli di possibili futuri protagonisti del rassemblement di destra che si chiedevano dove vuol andare a parare Giorgia. E soprattutto con chi, visto che secondo alcuni al di là dello zoccolo duro rappresentato dal deus ex machina romano Rampelli, non si vede dove possa attingere consensi.

Chi sale e chi scende

Chi è dato in rotta di collisione con il progetto è Francesco Storace, leader de La Destra, su tutte le furie per il mancato coinvolgimento nella visione meloniana: non solo non è stato invitato alla festa di Atreju ma pare sia stato intenzionalmente messo da parte con un veto ufficiale. Proprio lui che rivendica la primogenitura del progetto-destra, e che era sul punto ieri di dedicare la prima pagina del suo Giornale d’Italia a una Meloni in versione Merkel. Starebbe invece per spuntare un posto di capolista nel sud con Fratelli d’Italia o del nuovo contenitore che verrà l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, rimasto però orfano del suo tradizionale bacino di voti romani, visto che Piso e Biava sembrano averlo abbandonato, secondo quanto si vocifera in ambienti alemanniani. Ma i mal di pancia maggiori verso il piglio che l’affare sta prendendo li espone sempre un dirigente di via Della Scrofa che fa una previsione: “Se Fratelli d’Italia continueranno così, potrebbero fare la fine dello stesso Storace, passato in poco tempo dal 3%  al misero un per cento di oggi”. Con tanti saluti alle elezioni europee, dove occorre raggiungere la soglia minima del 4%, e soprattutto a quanti non si riconoscono nella nuova Forza Italia bis pur essendo di centrodestra.


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