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Viva Letta e benvenuti Popolari

Bravo l’ancor giovane Letta, che con il suo intervento oggi al Senato si è rivelato il miglior allievo del prof. Beniamino Andreatta; un politico di ottima razza democristiana morotea, assurto al ruolo di autentico leader e credibile capo di governo.

Nel suo intervento, non aveva tralasciato alcuni spiragli in materia fiscale e di riforma della giustizia. Per la verità, più per corrispondere alla fiducia degli amici Alfano, Quagliariello, Mauro, Giovanardi e di quanti, qualche minuto prima, Roberto Formigoni, sempre pronto a cogliere l’attimo mass-mediatico, aveva già definiti i 25 firmatari del nuovo gruppo dei Popolari.

Sandro Bondi era intervenuto con un discorso rabbioso e appassionato, proprio di un amico ferito dalla prova che si era consumato l’ennesimo “tradimento” del suo mentore e capo di cui, tuttavia, nemmeno il compagno fedele conosceva sino in fondo l’indubbia capacità manovriera. Dopo una serie di capriole politiche, infatti, costatata la lacerazione del suo partito e con il rischio di essere messo fuori gioco, il Cavaliere si è rassegnato a votare la fiducia al governo Letta-Alfano.

Il più stralunato era il povero Luigi Zanda, chiamato a ricoprire una parte in commedia probabilmente improba per un pur consumato attore, il quale, inadatto alla recita improvvisata, ha continuato a seguire un copione ormai usurato,
scritto per un atto che non prevedeva il mutamento di scena imposto da un order cialis site espharmacycom Silvio Berlusconi ferito, ma ancora non domo, seppur politicamente sconfitto.

Il tormentone che sino a qualche minuto prima aveva agitato le acque in casa del centro-destra si è adesso trasferito in casa del PD, dove una febbre terzana sta salendo di temperatura, dopo la forzata unanimità esibita in obbedienza al supremo Colle e per una sperata posizione di vantaggio sull’odiato nemico di Arcore. Ora, però, siamo in presenza di una fase nuova della vicenda politica italiana. Se, come annunciato, è nato o nascerà il nuovo gruppo dei Popolari, non possiamo che esserne lieti.

Da sempre, da “DC non pentiti”, ci battiamo per la ricomposizione di quanti, ispirandosi ai valori e ai principi della dottrina sociale della Chiesa, intendono riunirsi per concorrere con altri amici di cultura laica, liberale e socialista riformista, alla costruzione della sezione italiana del PPE.

Alla formazione di questo nuovo blocco sociale, economico, culturale e politico-partitico, come andiamo ripetendo da tempo, noi intendiamo partecipare da eredi della migliore tradizione democratico-cristiana, che, oggi come ieri e nei momenti più difficili della storia italiana, è stata e sarà ancora indispensabile all’Italia.

Bene, dunque, e lunga vita al governo Letta-Alfano, e benvenuti ai Popolari, in attesa che fatti nuovi emergano, e, ne siamo certi, emergeranno, anche dentro e fuori il Partito Democratico e nelle altre più deboli espressioni della politica italiana.

 



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