Con la prima riunione, conclusasi ieri, del gruppo degli otto cardinali scelti da Papa Francesco in rappresentanza dei vari continenti inizia a delinearsi in maniera piuttosto chiara la nuova Chiesa del successore di Benedetto XVI. Riforma della Curia, una “nuova” Segreteria di Stato, riforma del Sinodo dei vescovi e, addirittura, come confermato dal portavoce della Santa Sede padre Federico Lombardi, una nuova costituzione che vada a sostituire la “Pastor Bonus”. Una riforma, in particolare, quella della Curia che già Benedetto XVI avrebbe voluto portare avanti ma, ben presto, fu costretto, per forza di cose, a concentrare la propria attenzione su altri aspetti quali, ad esempio, la lotta alla pedofilia, il rapporto con gli anglicani e il tentativo di sanare le divisioni con i lefebvriani. Ma come sarà, dunque, la nuova Chiesa di Papa Francesco, “costruita” insieme ai suoi otto fidati consiglieri?
La (non) novità del gruppo degli otto
Quando quest’estate Papa Francesco comunicò la propria intenzione di istituire un gruppo di consiglieri con il compito di aiutarlo nella riforma della Chiesa, lo stupore fu grande. C’è addirittura chi iniziò a parlare della creazione di un vero e proprio “Consiglio della Corona”. Ma, in realtà, già un predecessore di Papa Francesco aveva ipotizzato di farsi affiancare da un gruppo di esperti per la riforma della Chiesa. Nel settembre 1963, infatti, Paolo VI, in un importante discorso rivolto alla Curia romana, fece chiaramente capire come fosse necessario arrivare al più presto ad una riforma delle strutture e delle modalità di governo della Chiesa. Anche, se necessario, con l’aiuto di alcuni esperti dell’episcopato per aiutare il pontefice “nello studio e nella responsabilità del governo ecclesiastico”.
L’istituzionalizzazione del gruppo
Con un chirografo, strumento molto utilizzato da Papa Francesco nella sua attività di governo, risalente a lunedì scorso, il successore di Benedetto XVI ha deciso di istituzionalizzare il gruppo degli otto consiglieri proprio in vista della prima riunione fissata per il 1 ottobre. Non che il gruppo dei consiglieri del Papa non abbia avuto contatti nei mesi precedenti. Anzi, da parecchie settimane, i contatti, talvolta quotidiani, tra i membri del gruppo sono stati intensi. Una scelta, quella di istituire il “Consiglio della Corona, che trova le basi nelle Congregazioni che hanno preceduto il conclave. “Tra i suggerimenti emersi nel corso delle Congregazioni generali dei cardinali precedenti al conclave” – si legge nel chirografo – “figurava la convenienza di istituire un ristretto gruppo di membri dell’episcopato, provenienti dalle varie parti del mondo, che il Santo Padre potesse consultare su questioni particolari”.
Verso una nuova Costituzione
E’ oggi la Costituzione “Pastor Bonus” a disciplinare la struttura e le attività della Curia romana. Ma ieri, nel corso di una conferenza stampa, padre Federico Lombardi è stato molto chiaro: “l’idea è quella di una stesura di una costituzione con novità assai consistenti”. Dalle riunioni dei cardinali, che si rivedranno una seconda volta a dicembre ed una terza volta a febbraio, non uscirà quindi un semplice “aggiustamento della Pastor Bonus” con “ritocchi cosmetici, piccoli aggiustamenti o verifiche marginali”. Una grande riforma della curia, quindi, che però richiederà i suoi tempi. Tempi che, comunque, per padre Lombardi saranno “congrui” ed “adeguati”. L’idea è, quindi, quella di una nuova Costituzione che mandi in “pensione” la “Pastor Bonus” e che rispecchi una “configurazione nuova in punti rilevanti”, ispirandosi al principio della sussidiarietà. Una Curia, quindi, al servizio delle Chiese locali e lontana dal “centralismo romano”.
Il ruolo della Segreteria di Stato
Che negli ultimi anni qualcosa in Segreteria di Stato non abbia funzionato, è fuori discussione. Anzi, le forti pressioni che arrivano da più parti circa la riforma della Chiesa derivano proprio dal malfunzionamento della Segreteria di Stato. Una Segretaria di Stato che, anche come conseguenza del super attivismo del cardinale Tarcisio Bertone, andrà incontro ad un ridimensionamento del ruolo e del suo raggio d’azione. Durante gli anni di Bertone, ora sostituito dal veneto Pietro Parolin, il Segretario di Stato aveva agito come un vero e proprio “primo ministro”, arrivando addirittura ad essere bollato come un “vice-Papa”. Nella riforma di Francesco, invece, la Segreteria di Stato dovrà tornare ad occuparsi esclusivamente dei rapporti con gli Stati ed i governi del mondo. Un ruolo, insomma, limitato alla sola sfera diplomatica. Ed è proprio per questo che Papa Francesco ha chiamato a sostituire Bertone un diplomatico proveniente dalla “scuola” di Agostino Casaroli ed Angelo Sodano, due tra i maggiori esponenti della diplomazia vaticana. Spetterà poi molto probabilmente al cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato della Città del Vaticano e unico porporato con incarico in curia presente nel gruppo dei consiglieri, il ruolo di coordinamento di tutti i capi dicastero.
La possibile riforma del Sinodo dei Vescovi
La sua partecipazione ai lavori del gruppo dei consiglieri non è passata inosservata. Monsignor Lorenzo Baldisseri, da poco nominato nuovo Segretario del Sinodo dei vescovi da Papa Francesco, ha partecipato per una giornata intera ai lavori del gruppo degli otto. Una presenza particolarmente significativa, che sta a dimostrare come nella prima giornata dei lavori si sia affrontato, come poi, confermato da padre Federico Lombardi, della possibile riforma del Sinodo. E’ lo stesso padre Lombardi a chiarire come “la riforma del Sinodo rappresenti una priorità, sia per l’importanza dello strumento e la partecipazione dei vescovi alla vita della Chiesa universale, sia per una certa urgenza di avviare la preparazione del prossimo Sinodo”. Già, il prossimo Sinodo. La prossima settimana, infatti, verrà comunicato il tema e il modo in cui verrà realizzato. Probabilmente con nuove regole, dato che Papa Francesco ha spesso ribadito la necessità di rivedere le regole del Sinodo, andando verso una organizzazione più deliberativa, in modo da dare più spazio possibile alle istanze della Chiese locali. Un Sinodo che, molto probabilmente, avrà ad oggetto, secondo indiscrezioni, la famiglia. E proprio la pastorale famigliare sarà uno dei temi che gli otto consiglieri di Papa Francesco dovranno affrontare nel corso dei prossimi incontri.