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Così Monti dichiara guerra a Mauro

C’era una nota stonata stamattina al convegno a Palazzo Giustiniani in ricordo di Wilfried Martens. L’occasione doveva essere quella di onorare il presidente del Ppe recentemente scomparso e rilanciare la sfida dell’unità dei moderati in nome dei popolari europei, anche in vista delle imminenti elezioni per il Parlamento di Bruxelles. Così hanno fatto i tanti rappresentanti italiani del Ppe presenti: Pier Ferdinando Casini, promotore dell’iniziativa, Angelino Alfano, Gaetano Quagliariello, Mario Mauro, Lorenzo Cesa, Armando Dionisi, Aldo Forte, Ferdinando Adornato, Francesco D’Onofrio e Vito Bonsignore.

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Ma c’è anche chi ha approfittato di quel palco per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Stiamo parlando di Mario Monti. Fresco di dimissioni dalla presidenza di Scelta civica, il professore bocconiano ha pronunciato un discorso a tratti livoroso contro i popolari e i cattolici. E con un bersaglio in particolare, anche se non è mai stato esplicitato nelle sue parole: il ministro della Difesa Mario Mauro, “colpevole” di averlo sfiduciato con la famosa lettera degli undici senatori favorevoli alla manovra di governo.

Tra le attenuanti per lo scatto d’ira dell’ex premier, potrebbero esserci i postumi della travagliata decisione che manda all’aria Scelta civica. E invece non è proprio così. Perché le ultime indiscrezioni raccontano di un Monti per nulla intenzionato a farsi da parte. Nel disegno montiano ci sarebbe la bocciatura delle sue dimissioni da parte dei suoi parlamentari per rinfrancare il suo ruolo. E poi, il mite professore ha giurato vendetta a Mauro e all’ala filogovernativa e popolare-cattolica del movimento, puntando a isolarla e a far nascere una sorta di Scelta civica “epurata” composta dai montiani di stretta osservanza come Linda Lanzillotta, Pietro Ichino, Benedetto della Vedova. Non solo.

L’operazione includerebbe anche i parlamentari vicini a Italia Futura. E non è un caso che Andrea Romano, in passato spesso critico con le scelte montiane, abbia oggi solidarizzato con la decisione choc dell’ex premier. Perché? L’obiettivo è quello di fare della nuova Scelta civica una lista per le europee sotto l’insegna dell’Alde (Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa), il gruppo a cui i montezemoliani guardano da sempre. Sarebbero proprio loro a lavorare a questo progetto, con il contributo di Bruno Tabacci.

Dopo il tradimento di Mauro & Co. e le loro “aperture al Pdl prima che questo sia emendato da alcuni suoi esponenti e da alcuni comportamenti”, anche Monti si sarebbe deciso per questa strada, lasciando quella indicata sulle colonne del Corriere della Sera pochi giorni fa.

E allora addio Ppe, avanti tutta con l’Alde. Per ora.



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