L’eleganza di Gianni Cuperlo, la radicalità di Matteo Renzi, la competenza sull’Europa di Gianni Pittella, la cura del dettaglio di Pippo Civati. C’è molto della personalità dei quattro candidati alla segreteria Pd, in modo più marcato rispetto al passato, nei manifesti programmatici presentati in vista del Congresso, secondo Mario Lavìa, vicedirettore di Europa che si è divertito a preparare una pagella con Formiche.net.
“Documenti molto diversi come lo sono i candidati ma con alcuni punti condivisi da tutti. Al primo posto sicuramente la questione del lavoro. Tutti si sforzano di trovare delle ricette per farlo ripartire. E poi l’Europa, una nuova Europa democratica e sociale, non più solo delle banche, che è un tema spesso trascurato ma importantissimo, e il rinnovamento del Pd che ovviamente ogni candidato interpreta a modo suo”, spiega il giornalista.
Il vicedirettore di Europa ha apprezzato il fatto che in nessuno dei documenti ci sia retorica: “E’ nella tradizione delle mozioni congressuali fare riferimenti alla pagine gloriose del passato, per fortuna questa volta ne sono stati fatti pochi. Se si vuole leggere una citazione, si legge un libro, non una mozione congressuale di partito”.
Ma passiamo in rassegna uno a uno i documenti con i voti di Lavìa.
Per la rivoluzione della dignità – Gianni Cuperlo
Voto 6
“Dal punto di vista della forma, la mozione di Cuperlo è la migliore. A partire dal titolo, è un documento molto forbito, elegante, curato, come lui. Certo, è abbastanza tradizionale, ricorda gli scritti della sinistra anni Novanta, e non lo dico come critica. Del resto Cuperlo viene da quella storia”.
Voto 7
“Renzi vince sotto il profilo della comunicazione. Il documento è nel suo stile: secco, chiaro, radicale, aggressivo. È stato criticato perché non contiene proposte concrete ma secondo me un manifesto non le deve avere ma deve dare il senso della candidatura. Il suo documento è molto efficace, non è eccezionale, anche perché il sindaco funziona di più nei discorsi orali che scritti, una caratteristica questa comune a tanti politici”.
Il futuro che vale – Gianni Pittella
Voto 6 meno
“Pittella, essendo il vicepresidente del Parlamento europeo, ha più competenza di tutti gli altri nel parlare di Europa e insiste molto anche in vista delle europee della prossima primavera. Il suo documento è abbastanza tradizionale, forse un po’ più noioso degli altri, meno mobilitante”.
Dalla delusione alla speranza – Pippo Civati
Voto 5
“Sotto il profilo dello sforzo, sicuramente bisogna premiare Civati con il suo manifesto di 70 pagine, un vero e proprio programma di governo molto dettagliato. Il giovane esponente del Pd forse l’ha fatto come una sorta di contrappasso visto che spesso viene accusato di non entrare nel merito delle questioni. Ma dal punto di vista comunicativo è controproducente, è debordante e quindi poco fruibile e leggibile dagli elettori. Dispiace ma il voto è 5”.