Primarie, che passione. Esibite da sempre come “infallibile strumento di democrazia” da parte del Pd, tirate nuovamente in ballo da Angelino Alfano nelle anticipazioni del libro di Bruno Vespa per il futuro del Pdl. Ma questa nuova moda della politica italiana potrà davvero risollevarne le sorti? Ha qualche dubbio Francesco Cundari, firma dell’Unità, già al Foglio e al Riformista.
Cundari in una conversazione con Formiche.net ne spiega tutti i limiti: “Il modello delle primarie finisce per trasformare il partito in un campo di battaglia dove si scontrano eserciti nemici che restano tali anche dopo la sfida. Ciò finisce per danneggiare l’impresa comune. Se sono tutti renziani, cuperliani, civatiani e pittelliani, chi resta a difendere il Pd?”.
In realtà tutti, Renzi in primis, dicono di voler azzerare le correnti…
Dalle scorse primarie, l’immagine che si è rafforzata di Largo del Nazareno è quella di un contenitore di fazioni che si fanno la guerra. C’è stata un’involuzione figlia anche del meccanismo delle primarie. Fino a qualche anno fa, in tv o sui giornali, i politici non venivano presentati con l’etichetta della corrente, c’era più pudore, se non altro. Oggi non è più così, ci sono state addirittura riunioni dei parlamentari “renziani” presentate ufficialmente come tali, ad esempio durante l’elezione del presidente della Repubblica, ed è singolare che proprio Renzi dica di voler cancellare le correnti. Il sospetto è che intenda solo le correnti degli altri.
I dati dell’Unità mostrano che nei congressi provinciali è avanti Cuperlo. Renzi rischia di ritrovarsi generale senza esercito? Con quali rischi?
È un valore relativo perché le segreterie provinciali sono slegate dai candidati nazionali. Di quelli eletti finora, la maggior parte sembra vicina a Cuperlo. Spero però che questo non sia un problema qualora Renzi diventi segretario, il leader non dovrebbe preoccuparsi del colore delle magliette dei dirigenti del suo partito. In questi anni, come con il sistema elettorale, abbiamo preso il peggio del vecchio e del nuovo.
Cioè?
Se con il bipolarismo di coalizione si ha la personalizzazione tipica del maggioritario e la moltiplicazione dei partiti che dovrebbe caratterizzare il proporzionale, anche nella logica di partito abbiamo da una parte i casi di tesseramenti gonfiati come nei peggiori congressi del passato, ma senza più la politica. In diversi casi nei congressi di circolo sono aumentati gli iscritti e si è assottigliato, o è addirittura scomparso, il dibattito. Chiunque vincerà, dovrà cercare di fermare questa deriva.
Renzi ha detto che non sono i tesserati ma i cittadini a eleggere il segretario del Pd…
Non mi sembra un’uscita furba in una campagna elettorale in cui deve conquistare il cuore degli iscritti per vincere. Di Renzi si dice che sia un gran comunicatore ma questa mi sembra una mossa poco sagace.
La corrente dei Ds soccomberà nei nuovi equilibri democratici?
Io credo che con il Pd ci sia stato un miscuglio tra Ds e Margherita, per cui non c’è più una corrente di ex Ds. I suoi ultimi due segretari Fassino e Veltroni stanno con Renzi, D’Alema con Cuperlo, Tocci con Civati, Pittella era un ex Ds e corre per la segreteria. Non ha più senso parlare di corrente Ds.
È vero l’accordo Renzi-D’Alema per fare fuori Bersani di cui parlano Chiara Geloni e Stefano Di Traglia nel loro libro “Giorni bugiardi”?
Io credo che non ci sia né un’intelligenza segreta tra nemici, né una particolare acrimonia tra i due. Dopo la battaglia renziana della rottamazione, dubito che D’Alema possa diventare un grande sostenitore di Renzi.