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Eni ed Enel vivisezionate dai francesi

Buone notizie per Eni, meno per Enel. Non sono solo le dichiarazioni del governo su eventuali cessioni a far tentennare e rimbalzare l’andamento azionario dei due colossi italiani a partecipazione statale.

Calo della domanda e indebitamento pesano e si riflettono sui risultati del terzo trimestre del 2013, come sottolineano due paper di Exane Bnp Paribas. E gli analisti del gruppo bancario francese grazia la società guidata da Paolo Scaroni, ma non l’Enel capitanata da Fulvio Conti.

L’ottimismo per Eni

Il lancio del buyback di Eni da 6 miliardi di euro “ci sembra una conferma del fatto che il peggio sia alle spalle – si legge nello studio di Exane -. Come indicato a marzo, il programma, che dovrebbe essere avviato la settimana prossima, punta a mantenere prezzi del petrolio sostenuti (a nostro avviso per un minimo di 90 dollari al barile), un indebitamento al di sotto del 30% e una copertura del dividendo. E’ importante che il management stia cercando di gestire il suo portafoglio relativo al settore Upstream (l’insieme dei processi operativi da cui ha origine l’attività di produzione di gas naturale, olio combustibile e petrolio.) in modo più attivo, e se le attività non attinenti al settore E&P (esplorazione e produzione) continuano a fronteggiare venti contrari, assistiamo al calo delle perdite relative al Downstream (la parte della lavorazione del petrolio successiva alla sua estrazione e separazione primaria) come indicato nel progresso incoraggiante della rinegoziazione dei contratti di fornitura di gas (Norvegia e Paesi Bassi)”.

I dubbi sulla produzione nel 2014

L’utile netto adjusted del terzo trimestre di 1,7 miliardi di euro “è stato superiore al consensus del 16%, ma senza eccessiva chiarezza sul Kashagan e sulla Libia, il 2014 sembra definirsi come un anno difficile per la crescita della produzione”, prosegue il report. I nuovi grandi progetti (Block 15/06, Goliat) saranno pronti solo alla fine del 2014 e dovrebbero rappresentare “un contributo limitato. Per questo per la crescita della produzione sarà necessario l’avviamento di progetti come Angola LNG, Kashagan, MLE/CAGC. Riflettendo una diminuzione delle perdite nel settore Downstream/G&P (Gathering and Processing), alziamo la nostra stima sugli utili per azione (Eps) del 4%”.

La bocciatura di Enel

Meno positivo invece il commento su Enel nei report degli analisti di Exane. “Ci aspettiamo il rallentamento di ogni divisione nel terzo trimestre, con un Ebitda in calo del 6% nei primi nove mesi del 2013. Il trend negativo della domanda energetica continua a riguardare il business dell’elettricità in tutta Europa. Stimiamo dunque che il calo degli utili netti si attesti al 19% nei primi nove mesi. Ci aspettiamo inoltre che il peggioramento dei fondamentali si rifletta nei risultati del terzo trimestre. L’unica nota positiva è il leggero calo dell’indebitamento, ma secondo noi non abbastanza per spiegare la recente sovraperformance. Ci si attende risultati deboli che si rifletteranno sul titolo, a nostro avviso sopravvalutato”, conclude il report.


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