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Vi spiego che destra voglio costruire con Storace, Poli Bortone e Romagnoli

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Il seme della nuova unità nazionale. Questo sarà il “movimentoxlalleanzanazionale” che vedrà la luce sabato 9 novembre al parco dei Principi di Roma, sulla spinta emotiva di chi, un simbolo e un patrimonio iconografico valoriale, proprio non accetta di riporlo mestamente in un armadio.

Assieme al fondatore de La Destra Francesco Storace, all’ex ministro dell’agricoltura Adriana Poli Bortone leader di Io Sud, e a Luca Romagnoli della Fiamma Tricolore, oltre al movimentismo di associazioni, realtà locali e gruppi di giovani sorti sui social network, daremo vita ad un nuovo giorno per la destra italiana.
Chi evoca nostalgici lo fa solo per sminuire il senso della nostra proposta, consapevoli come siamo di quanto sia imprescindibile in Italia una voce a droit.

Sarebbe miope non rendersi conto di quanto potenziale consenso esista in Italia a destra, ragion per cui è nostro dovere strutturare una proposta politica moderna ma franca, che non scivoli nelle contraddizioni del terzopolismo o nelle inquietudini sloganistiche renziane, ma dica come intende risolvere i nodi italiani.

Il riferimento è a quell’agenda ch già prima degli appuntamenti estivi di Orvieto, Mirabello e Atreju, avevamo individuato: no alle dismissioni tout court di Finmeccanica e Avio, l’occasione mancata di Alitalia ai francesi, i nuovi mercati da battere con tenacia come il bacino pacifico del pianeta, la straordinaria occasione di Expo 2015 da non mortificare sull’altare del clientelismo. E ancora: una riforma elettorale che il governo delle larghe intese ha promesso ma non ha la minima intenzione di realizzare, il dramma delle pmi italiane che soffrono una concorrenza sleale, passata drammaticamente in secondo piano nell’agenda politica governativa, tutta intenta a imporre nuovi balzelli e a tagliare welfare e sanità.
Le idee non mancano, ciò che occorre è semplicemente il passo che ci apprestiamo a compiere. Ridare dignità ad una storia politica ma proiettandola al futuro: con serietà e senza proclami che danno di mercato delle vacche.

Perché, se non è riuscita la cancelliera Merkel a coadiuvare austerità e rigore, significa che è un modello intero (valido fino a ieri) che va messo in discussione oggi: senza populismi grillini o promesse da buontemponi, ma con la franchezza di numeri e dati.

Roberto Menia
coordinatore di Costituente Nazionale



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