Infallibile strumento di democrazia o pericolosa via verso personalismi e scontro tra fazioni? Le primarie sono sempre più una moda per la politica italiana.
E’ il Partito Democratico a portarle avanti fiero come suo marchio di fabbrica, introdotto per la prima volta in Italia nel 2006 con l’allora Unione e la vittoria di Romano Prodi.
In realtà non tutto il Pd è d’accordo con le sue presunte virtù. Negli apparati più storici dei Democratici, le primarie sono viste con diffidenza perché considerate non sempre fedeli a un partito di militanti duri e puri. Anche se i recenti casi di tesseramenti gonfiati dimostrano come non sempre nemmeno tra i tesserati sia così.
È Matteo Renzi il fan numero uno delle primarie. Un confronto il più possibile aperto quello chiesto e ottenuto per questo Congresso dal sindaco di Firenze che dimostra invece scarso interesse verso le dinamiche locali di partito e le sue degenerazioni. Ma da futuro segretario del Pd, può permettersi di farlo?
Anche dal centro-destra arrivano timidi segnali di apertura verso le primarie. Tirate in ballo lo scorso anno dopo l’annuncio del passo indietro di Silvio Berlusconi, ora è Angelino Alfano, leader delle cosiddette colombe governative, a riproporle per la premiership alle prossime elezioni nel libro di Bruno Vespa. I Falchi per ora frenano e demandano ancora una volta al Cavaliere ogni decisione. La resa dei conti, anche su questo fronte, è attesa sabato prossimo al Consiglio nazionale del Pdl.
Ecco tutti gli approfondimenti sul tema dedicati questa settimana su Formiche.net:
Cari Alfano & Co, sicuri di volere le primarie? Intervista a Francesco Cundari di Fabrizia Argano
Chi vince e chi perde con lo stop al tesseramento Pd Intervista a Peppino Caldarola di Fabrizia Argano
Un paio di dubbi sulle primarie all’italiana di Michele Magno
Le primarie di Veltroni hanno fatto flop di Giovanni Di Capua
Partito o popolo? Il dilemma delle primarie Pd di Francesco D’Onofrio