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Eni, Fincantieri e Avio, privatizzare è un delitto

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Sulle privatizzazioni annunciate ieri dal premier Enrico Letta l’invito è ad evitare operazioni da piccolo cabotaggio. Nel senso che sarebbe molto utile che si approfondisse analiticamente e nel merito il dossier che mira, secondo il governo, a incassare dodici miliardi di euro. Ma senza parteggiare ciecamente per uno sterile protezionismo piuttosto che per uno sfrenato iperliberismo: bensì ragionando nel merito e valutando serenamente le singole circostanze, spinti dalla consapevolezza che le privatizzazioni non sono tutte uguali. E come tali non vanno trattate. Per cui sulla volontà di Palazzo Chigi di cedere quote di Eni e Fincantieri occorre una riflessione.

TELECOM E FINCANTIERI

Mentre credo che Telecom vada preservata a tutti i costi, in quanto ne va della sicurezza nazionale del nostro Paese, su Fincantieri e Avio mi chiedo: perché privatizzare queste eccellenze italiane su cui dovremmo invece investire corposamente? Quanto sarebbe utile, nel medio-lungo periodo, “svendere” questi veri e propri gioielli di famiglia per fare temporaneamente cassa ma, di fatto, perdendo per sempre asset strategici? Non sarebbe meglio privatizzare Rai3 o aprire le professioni liberalizzando con più coraggio?

ALITALIA

Mi auguro che lo stesso metro non venga utilizzato dal governo per risolvere il nodo Alitalia, su cui oltre che ricercare fondi stranieri credo che debba prevalere la strategicità dell’interlocutore. Etihad o Air Cina avrebbero un senso solo se trasformassero lo scalo romano di Fiumicino nell’hub europeo dedicato ai passeggeri asiatici. Contrariamente sarebbe l’ennesima mossa transitoria che non risolve a monte le gravi tematiche per cui questo governo è nato, ma produce semplici partite di giro.

twitter@robertomenia

Fra i promotori del Movimentoxlalleanzanazionale



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