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Così il centrodestra unito asfalterà Renzi

Si fa presto a dire “asfaltare”. Guardando i numeri dell’ultimo sondaggio di Lorien Consulting Matteo Renzi farebbe bene a preoccuparsi. Secondo l’istituto di statistica, oggi mettendo insieme i numeri di Forza Italia, Nuovo Centrodestra, Lega Nord e Fratelli d’Italia si raccoglie il consenso di oltre 11 milioni di elettori, un milione in più rispetto al risultato della coalizione di centrodestra alle scorse elezioni.

ALFANO SUPERA BERLUSCONI COME GRADIMENTO

In particolare, rivela lo studio, il nuovo movimento di Angelino Alfano presenta un bacino potenziale estremamente ampio (il 23% degli italiani lo prende almeno in considerazione) e un altissimo gradimento del suo leader (41%), più di Berlusconi fermo al 26%, ma ancora fatica a tradursi in intenzioni esplicite di voto, solo il 7,5% di chi lo dichiara (73%). Rimane forte, viceversa, Forza Italia che mantiene il 19%.

ANDARE DIVISI PER COLPIRE UNITI?

La si potrebbe chiamare la strategia dell’“andare divisi per colpire uniti”: in questo momento alle forze di centrodestra conviene rimanere separate per massimizzare i propri bacini di consenso sempre più diversificati fra loro. Anche gli italiani l’hanno capito: il 47% del campione non crede davvero alla scissione di Alfano ma la vede come una mossa di tipo tattico in vista del voto.

UN PD SOTTOTONO

Pesano sulle intenzioni di voto del centrosinistra la vicenda Cancellieri, i continui battibecchi tra i suoi esponenti e il caso Ilva che naturalmente intacca soprattutto Sel di Nichi Vendola. La coalizione è al 35% e perde quasi un punto percentuale rispetto al mese scorso. Anche se le primarie si preannunciano un successo: ad oggi si prevedono circa 2,1 milioni di elettori più probabili a cui si deve aggiungere un altro milione circa di incerti.

Un risultato che incoronerebbe Matteo Renzi al 62%, Gianni Cuperlo al 16% e Pippo Civati al 12%.

E LETTA SORRIDE

Dopo la scissione del Pdl, cresce il giudizio positivo sul governo che torna al 53%. Un effetto quasi immediato: l’ipotesi di una maggiore durata dell’esecutivo ridona fiducia sulla sua reale capacità di operare e di approvare provvedimenti utili al Paese. In ogni caso per la maggioranza assoluta degli italiani non si deve andare a votare subito: il 37% vorrebbe arrivare a fine legislatura e il 40% indica la necessità di approvare prima almeno una nuova legge elettorale.


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