Il deterioramento della qualità degli attivi non è un fenomeno solo italiano. Nel 2012 sul totale dei prestiti nel portafoglio delle banche quelli di dubbia esigibilità risultavano in crescita in molti paesi dell’area euro, in particolare se confrontati con il livello di quattro anni prima. Il differenziale tra la quota del 2012 e quella del 2008 varia infatti tra i -0,3 p.p. della Finlandia ai +20,4 p.p. di Cipro. Gli incrementi maggiori si sono registrati nei paesi che hanno sperimentato robusti cali dell’attività economica con una quota di crediti deteriorati che a Cipro e in Grecia ha raggiunto, rispettivamente, il 25% e il 16% dei prestiti, e che si è posizionata all’8,2% in Portogallo (+6,5 p.p. rispetto al 2008) e al 6,5% in Spagna (+4 p.p. rispetto al 2008).
I CONFRONTI INTERNAZIONALI
Pur evidenziando un generale diffuso peggioramento della qualità delle poste attive in portafoglio, le evidenze ricavate dagli archivi della Bce non si prestano ai confronti internazionali. L’individuazione di crediti che presentano criticità di rimborso più o meno marcate varia infatti tra i diversi paesi della Uem. Tra l’altro il computo delle garanzie condiziona l’inserimento tra i deteriorati, tanto per la categoria quanto per l’ammontare; ne deriva un’ampia variabilità dell’indicatore.
INGHILTERRA LASSISTA
Un credito scaduto da più di 90 giorni viene considerato ovunque sintomo di difficoltà, tuttavia pur trattandosi di un criterio precisamente definibile, ad eccezione che nel Regno Unito e in Finlandia esso non è considerato sufficiente a determinare la condizione di non-performing loans (NPLs).
Nella maggior parte delle economie a questo criterio oggettivo se ne aggiunge un altro che presenta maggiori margini di discrezionalità: l’individuazione di segnali di difficoltà economiche e finanziarie del debitore più o meno gravi determina infatti l’inserimento del credito di dubbia esigibilità in classi intermedie di insolvenza che a seconda della normativa adottata rientrano o meno nell’area dei NPLs. Ampia disomogeneità di trattamento si rileva anche per i crediti ristrutturati: in Irlanda e in Italia questo tipo di crediti rientra tra i NPLs, in Austria, Germania e Regno Unito la decisione dipende dalla banca erogatrice, in Finlandia, Francia, Portogallo e Spagna i criteri sono variabili.
BANKITALIA SEVERA
La normativa italiana è risultata finora la più severa poiché include nei non-performing loans sia i crediti che presentano difficoltà di rimborso valutate temporanee (sconfinati, scaduti, ristrutturati e incagliati) sia quelli per i quali è stata già acquisita la consapevolezza che il debitore è incapace di assolvere con regolarità alle proprie obbligazioni (sofferenze).
COME ARMONIZZARE I CREDITI DETERIORATI
Le sostanziali diversità che hanno finora caratterizzato l’area dei crediti deteriorati sono destinate ad essere progressivamente superate dopo che la European Banking Authority (EBA) ad ottobre scorso ha pubblicato le linee guida tese all’armonizzazione delle definizioni in modo da ridurre i margini di discrezionalità esistenti e di agevolare la confrontabilità dei dati.
LA NUOVA DEFINIZIONE
L’aggregato denominato non-performing exposures (NPE) secondo la nuova definizione comune include le attività scadute da più di 90 giorni e/o quelle per cui è estremamente improbabile che il debitore rimborsi il suo debito, indipendentemente dalla presenza di garanzie reali o personali; viene inoltre seguito l’approccio per debitore, vale a dire che il deterioramento di una singola linea di credito estende la criticità a tutte le esposizioni con la controparte. Si tratta di definizioni alle quali la normativa italiana già rispondeva. Una maggiore uniformità di trattamento dovrebbe riguardare la classificazione delle esposizioni ristrutturate ovvero quelle per le quali vi sia stata una modifica delle condizioni iniziali del contratto a causa del deterioramento della situazione finanziaria del debitore a prescindere da un eventuale mancato pagamento. È stato infatti introdotto il concetto di tolleranza (forbearance) che prevede due sottocategorie, performing e non-performing; solo quest’ultima rientrerà tra i deteriorati nel caso in cui l’esposizione del cliente nel periodo di sorveglianza fissato in un anno (periodo probatorio) muterà per effetto di modifiche contrattuali favorevoli al debitore o mancati pagamenti superiori a 30 giorni.
Leggi qui l’analisi completa dell’ufficio studi di Bnl-Bnp Paribas