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Vi spiego perché sposarsi è bello

Per far fronte all’emergenza educativa italiana non servono «chissà quali tecniche pedagogiche, ma la testimonianza delle grandi virtù cristiane: la fede, la speranza e la carità, vissute con intima convinzione e sapienza spirituale».

E’ quanto ha afferma l’Arcivescovo-Vescovo di Trieste Mons. Giampaolo Crepaldi, nel Messaggio inviato il 30 novembre ai suoi fedeli in occasione dell’accoglienza nella diocesi dell’urna con le reliquie di San Giovanni Bosco. Nel documento pubblicato per questo evento, che è inserito nella peregrinazione delle reliquie del Santo in preparazione al bicentenario della sua nascita, vi sono altri passaggi che non passano davvero inosservati in un periodo come l’attuale di burocratismo ecclesiale a fronte della profonda crisi educativa che il nostro Paese sta attraversando.

SPOSARSI È BELLO

Nel suo Messaggio alla diocesi, che porta la firma del 18 novembre, Mons. Crepaldi propone ad esempio, alla sequela del fondatore dei Salesiani, una “ricetta” piuttosto tranchant ma sempre valida per reagire all’attuale demoralizzazione della gioventù italiana: «proporre i grandi valori umani e cristiani: dire ai giovani che sposarsi è bello, invertendo quella tendenza martellante e insipiente che va verso lo smantellamento di questi valori, sia sul piano pratico che su quello teorico; insegnare ai giovani che una generosa apertura alla vita è l’esperienza più straordinaria della vita. Invece si propaganda l’anticoncezionale, cioè l’invenzione e la diffusione massiva e coercitiva di ciò che è letteralmente “contro il concepimento”, contro l’avvenimento della vita» (Mons. Giampaolo Crepaldi, L’Educazione può cambiare la storia, in Vita Nuova. Settimanale cattolico di Trieste, 22 novembre 2013, p. 7).

EMERGENZA EDUCATIVA

Nelle famiglie, nelle parrocchie e nelle scuole, insomma, occorre riproporre figure proprio come «San Giovanni Bosco, grande educatore della gioventù e tutta la sua opera educatrice, sostenuta da un’idea formidabile: “l’educazione può cambiare la storia”».

Mons. Crepaldi, che è anche presidente dell’Osservatorio Internazionale Cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa e sta quindi seguendo da anni le dinamiche dell’emergenza educativa in atto in tutto l’Occidente già cristiano, ha assistito in prima persona allo svolgimento della giornata di peregrinazione delle reliquie di Don Bosco a Trieste, che si è aperta sabato mattina con l’arrivo dell’urna in piazza S. Giacomo e la successiva processione fino alla chiesa di Maria Ausiliatrice, e si è chiusa con la celebrazione eucaristica delle ore 20, presieduta dall’Arcivescovo con i giovani della diocesi, i parroci e le autorità civili e militari.

LA PACE SOCIALE

Il presule è quindi tornato sul tema del rapporto tra annuncio della fede e sua ripercussione comunitaria, tra testimonianza delle virtù e impegno educativo e sociale, nel commento pubblicato oggi all’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco. Il documento, infatti, secondo Crepaldi, su tali temi «enuncia anche prospettive nuove, che arricchiscono il magistero precedente» (Mons. G. Crepaldi, L’Esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”di papa Francesco e la Dottrina sociale della Chiesa, in Van Thuan Observatory’s Newsletter, n.460, 2 dicembre 2013). Fra gli altri emerge l’importante concetto di “pace sociale”, che il Papa approfondisce all’interno del capitolo IV dell’Esortazione, dal titolo “La dimensione sociale dell’Evangelizzazione”: «C’è la pace diplomatica tra le nazioni, c’è la pace politica tra i partiti, ma c’è anche la pace sociale tra i ceti e tra i cittadini – commenta Mons. Crepaldi -. Su questa si riflette poco, eppure è oggi quella più dirompente perché le disuguaglianze e la precarietà del lavoro finiscono per mettere i cittadini e i gruppi sociali gli uni contro gli altri. Il testo dell’Esortazione, a questo proposito, contiene delle salutari provocazioni indirizzate all’economia e alla politica affinché rimettano al centro di se stesse la persona umana e un autentico bene comune».

IL CORAGGIO DELLA MISSIONE

La “Evangelii Gaudium”, quindi, ad avviso dell’Arcivescovo di Trieste, dovrebbe spingere la Chiesa italiana ad un maggiore impulso missionario, diretto anche e soprattutto verso le nuove generazioni: «Tutta la Chiesa è invitata da papa Francesco ad avere il coraggio della missione, superando inerzie ed eccessivi scrupoli che paralizzano. Questo è vero anche per la Dottrina sociale della Chiesa. […] Che la Chiesa esca da se stessa per la missione non vuol dire né che bisogna uscire “dalle chiese” né che si debba abbandonare la dottrina e la vita sacramentale. Vuol dire, secondo papa Francesco, farsi guidare sempre dall’essenziale, e l’essenziale, nella vita del cristiano, va donato a tutti».


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