Nelson Mandela è scomparso. Il padre della lotta contro l’apartheid, il sistema di segregazione razziale in Sudafrica e Namibia, è morto oggi a 95 anni.
La commozione è mondiale. Tutti i leader mondiali hanno espresso il loro cordoglio per la scomparsa di “Madiba”, il suo soprannome. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha detto che “abbiamo perso uno degli uomini più influenti, più coraggiosi, uno degli esseri umani più buoni di questa Terra“. Secondo Desmond Tutu, arcivescovo e premio Nobel per la Pace, “Madiba ci ha insegnato come vivere insieme e credere in noi stessi“. Il presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, ha detto che il Sudafrica “ha perso il suo figlio più grande. Il nostro popolo ha perso un padre“. Il premier britannico, David Cameron, si è lamentato del fatto che “una grande luce si è spenta nel mondo“, mentre il saluto del Dalai Lama è stato: “Il migliore omaggio che possiamo rendergli è fare tutto ciò che è in nostro potere per contribuire al rispetto dell’unità dell’umanità e lavorare per la pace e la riconciliazione, come ha fatto lui“.
ONESTÀ INTELLETTUALE
Il ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, ha detto di avere un ricordo personale molto commovente su Mandela: “La cosa che voglio ricordare, oltre a quello che ricordano tutti, è la sua grandissima onestà intellettuale”. “Fu così onesto intellettualmente da dire che fu proprio l’alleanza con De Klerk che fece superare al Paese l’apartheid“, ha spiegato la Bonino.
LA STAMPA SUDAFRICANA
Dopo numerose smentite, i giornali di tutto il mondo si preparavano da mesi per la scomparsa di Nelson Mandela a causa del suo delicato stato di salute nell’ultimo anno. Il titolo più ripetuto della stampa sudafricana è il saluto in xhosa: “Hamba kahle Madiba” (Va in pace Madiba). Il quotidiano in lingua afrikaans, Die Burger, ha scritto stamattina: “Se n’è andato”, mentre il Sowetan ha titolato “Goodbye Tata” (“Addio papà) e The Star: “Il mondo piange”.
Sulle pagine dei giornali si è approfondito il ruolo di Mandela nella fine del regime dell’apartheid e nel ritorno del Sudafrica alla democrazia nel 1994: “Sapeva che la riconciliazione era possibile e, cosa fondamentale, possedeva la forza di carattere che gli permetteva di accettare il fatto che un impegno era altrettanto essenziale della fermezza nei negoziati“, ha scritto in un editoriale il Business Day.
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