“Nelson Mandela per me è più di un uomo: un simbolo di giustizia, di uguaglianza e di dignità per tutto il pianeta… Il mondo rimane un luogo di grandi divisioni, conflitti, ineguaglianza, povertà e ingiustizia… Lui ha portato una nuova voce di speranza che questi problemi possano essere affrontati; che possiamo cambiare il pianeta e renderlo un posto migliore”. Con queste parole il presidente Barack Obama lo ha descritto nella prefazione del suo ultimo libro autobiografico, “Io, Nelson Mandela”.
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Nato a Mvezo in Sudafrica nel 1918, Mandela rinunciò al suo diritto ereditario di diventare capo della tribù Xosa per laurearsi in legge e diventare avvocato nel 1942. Nel 1944 entrò a far parte del Congresso Nazionale Africano (Anc), un movimento di lotta contro l’oppressione dei negri sudafricani. Mandela è stato uno dei leader della Lega della Gioventù del Congresso. La sua bandiera era il socialismo africano: nazionalista, antirazzista e anti-imperialista.
CONTRO L’APARTHEID
Nel 1948 in Sudafrica arrivò al potere il Partito Nazionale, che istituzionalizzò la segregazione razziale, creando il regime dell’apartheid. Ispirandosi a Gandhi, l’Anc resistette alla segregazione con metodi pacifici. La Lega della Gioventù, con Mandela alla guida, organizzò una campagna di disobbedienza civile contro queste leggi discriminatorie.
Nel 1952, Mandela organizzò i volontari che sfidavano il regime. Era il leader del movimento Anc. La repressione aveva riempito le carceri di 8mila detenuti, tra cui lo stesso Mandela, che fu confinato a Johannesburg. Lì ha aperto il primo studio di avvocati di colore del Sudafrica.
LA LETTERA DELLA LIBERTÀ
Nel 1955, scontata la breve condanna, Mandela è riapparso in pubblico, promuovendo l’approvazione di una Lettera della Libertà, nella quale chiedeva uno Stato multirazziale, ugualitario e democratico, una riforma agraria e una politica di giustizia sociale.
Ma un anno dopo il regime creò un piano di governo per intensificare la discriminazione. L’Anc rispose con manifestazioni e Mandela fu detenuto di nuovo con l’accusa di tradimento. Nel 1961 uscì dal carcere per mancanza di prove.
GLI ANNI IN GALERA
Nel 1962 fu condannato all’ergastolo per sabotaggio e altre accuse. Mandela è stato 27 anni in galera, la maggior parte dei quali nella prigione di Robben Island. Dopo la sua liberazione l’11 febbraio del 1990, Mandela è diventato leader delle negoziazioni per la democrazia multirazziale del Sudafrica, obiettivo che è stato raggiunto nel 1994 con le prime elezioni democratiche.
Mandela vinse le elezioni, diventando presidente dal 1994 al 1999. Il suo mandato si è caratterizzato per il dare priorità alla riconciliazione nazionale.
Mandela ha vinto più di 250 premi e riconoscimenti internazionali, tra cui il premio Nobel per la Pace nel 1993.
LA LOTTA CONTRO L’AIDS
Una volta finito il suo mandato, Mandela è diventato ambasciatore del Sudafrica, principalmente in campagne contro l’Aids.
Circa sei anni fa, Mandela si ritirò dalla vita pubblica per dedicare più tempo alla famiglia e gli amici in quella che ha chiamato “una silenziosa riflessione”.
Il suo nome passa alla storia come il simbolo della lotta contro l’apartheid e delle discriminazioni degli uomini di colore dentro e fuori dal Sudafrica.
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