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Matteo Renzi e la gioiosa macchina da slogan

Le quattro campagne per le primarie 2013 del Partito Democratico sono state sicuramente caratterizzate da un grande impegno sul fronte della comunicazione. Matteo Renzi, il grande favorito, ha infatti sfruttato fino all’ultimo ingranaggio la “gioiosa macchina da slogan” che l’ha supportato e reso famoso in passato e gli avversari non hanno potuto far altro che rincorrerlo, senza però riuscire a riprodurre il vero ingrediente segreto della comunicazione del sindaco di Firenze: l’estrema semplicità.

La prima tornata, il voto dei circoli, ha registrato un fotofinish che ha riprodotto esattamente la classifica di leggibilità delle mozioni: primo Renzi, che ha presentato un documento adatto ad essere letto anche da un ragazzino delle scuole medie, con un punteggio Gulpease di ben 60,7; secondo Cuperlo, la cui mozione – roba da quindicenni, almeno – totalizzava un punteggio di 52,9; a seguire se l’è cavata Civati, 49,5 sul Gulpease, 16 anni per essere capito e una percentuale drasticamente più bassa di elettori a sostenerlo. Non ce l’ha fatta Pittella la cui mozione, guarda caso, presentava una leggibilità molto – troppo, avevamo scritto – bassa: 47,3 sul Gulpease e quasi diciassette anni (la fine del liceo!) per capirci qualcosa.

La classifica non è cambiata in sede di confronto televisivo. Renzi parla come scrive – o viceversa –  e su Sky usa parole semplicissime e brevi, dunque ottiene 58,8 punti sull’indice Gulpease: sempre molto alto. Cuperlo nel parlato scende di ben 4 punti rispetto alla mozione, realizzando appena 50,2 e complicando parecchio la sintassi: un po’ è l’emozione, ma bisogna considerare che il regolamento del confronto Sky all’americana sembra fatto apposta per valorizzare la prosa di Renzi e mettere alla prova quella di Cuperlo, che difficilmente riesce a stare nei tempi.

Secondo la quasi totalità dei commentatori, però, la grande sorpresa del confronto è l’exploit di Civati: sui giornali e – soprattutto – sui social network è lui il vincitore del match televisivo. Tutti lo riconoscono, ma nessuno sa perché: meno male che c’è l’analisi linguistica. Civati ha infatti totalizzato 54,6 punti sull’indice Gulpease, venendo da una mozione che si attestava sul 49,5 e semplificando dunque il suo messaggio di ben 5 punti. Non ha cambiato di una virgola il contenuto, insomma, ma focalizzando la forma si è guadagnato la spinta che ha rilanciato (visti i sondaggi precedenti si può dire “miracolosamente”) la sua campagna.

Chi vincerà, dunque? Non spetta a noi fare previsioni, quello è il mestiere degli astrologi e dei sondaggisti; quel che è certo è che – al di là del contenuto che, ahinoi, sembra sempre meno preponderante nel decidere l’esito di un confronto elettorale –  per contrastare Matteo Renzi sul suo terreno, quello della comunicazione, ci sarebbero volute parole diverse. Civati sembra averle trovate troppo tardi mentre Cuperlo le sta ancora cercando.

Le analisi sul linguaggio dei candidati alla segreteria Pd di Giovanni Laccetti:

Renzi e Cuperlo, linguaggi a confronto

Civati e Pittella, linguaggi a confronto

Renzi, Cuperlo, Civati. Stili a confronto

L’analisi linguistica del confronto su Sky

 

 



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