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Perché Renzi sbaraglierà alle primarie ma non alle elezioni

La vittoria di Matteo Renzi oggi è fuori discussione. I suoi detrattori potranno sì cimentarsi in esercizi di stile per dire che non è così, come ha immaginato il braccio destro del sindaco per questa campagna, il direttore creativo di Proforma Giovanni Sasso: “Non ha vinto dappertutto! Ad esempio nel comune di Maccastorna in provincia di Lodi (62 abitanti) hanno votato in 7, e Cuperlo ha avuto nettamente la meglio con un 4-3 che ricorda la leggendaria Italia-Germania del 70”, ironizzava sul Corriere del Mezzogiorno Sasso.

La realtà è che da stasera il Pd e la politica avranno un nuovo segretario dall’accento toscano e le forti ambizioni con cui fare i conti. Anche il nuovo segretario dovrà però fare i conti con la realtà. E se è vero che la conquista di Largo del Nazareno è solo un passaggio per il suo vero obiettivo, Palazzo Chigi, questo non appare oggi né vicino né scontato.

Il quasi segretario Pd afferma che con lui il Pd potrà tornare a vincere. Già, ma quando? Nonostante gli scossoni ora all’unisono di Grillo e Berlusconi, l’equilibrio istituzionale appare piuttosto stabile, ingabbiato com’è nella coppia di ferro Letta-Napolitano. L’orizzonte elettorale si sposta sempre più in là, forse nel 2015. E più si allontana, più la sfida per il sindaco si complica.

Renzi potrà sì pungolare il governo chiedendo “risposte punto per punto”, come ha detto ieri dal palco di Empoli. Ma non potrà farlo andare a gambe all’aria con la disinvoltura con cui dice “finish” visto che di fatto sarà il leader del partito di maggioranza di quell’esecutivo.

I programmi rivoluzionari con cui vuole “cambiare verso” all’Italia si scontrano poi con una situazione economica difficile e con una generale resistenza della classe politica, nonostante oggi si professi a maggioranza renziana, a imprimere svolte vere, cancellando antichi privilegi e lussi.

E mentre il rottamatore tra lotta e governo dovrà necessariamente optare per la seconda, scendendo quindi a compromessi con esso e attenuando così la sua forza rottamatrice, chi sarà orgogliosamente “di lotta” saranno Berlusconi e Grillo.

Il sindaco ne è consapevole e dal salotto di Porta a porta ha lanciato l’allarme al suo Pd. I sondaggi sembrano confermare il trend: Forza Italia all’opposizione cresce e unita in una coalizione di centro-destra potrebbe “asfaltare” il centro-sinistra, come dimostra l’ultimo sondaggio di Lorien Consulting. “Siamo stanchi di pareggiare, il Pd torni a vincere” ha detto ieri il quasi segretario. Il rischio è però che torni a perdere.


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