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Chi è Filippo Taddei, il prof. civatiano messo da Renzi a capo dell’economia del Pd

Forse è un omonimo, o forse no. Chissà. O forse avrà cambiato idea. Vedremo. Sta di fatto che la nomina di Filippo Taddei come nuovo responsabile economia del Pd voluto da Matteo Renzi ha lasciato stupito qualche addetto ai lavori.

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No, nessun pregiudizio personale e accademico. Ma solo uno stordimento di natura politica o giornalistica. C’è infatti chi ricorda ancora qualche recente intervista rilasciata da Taddei in cui l’economista bolognese più che professarsi renziano disquisiva e pure elogiata le proposte del concorrente di Renzi, Pippo Civati.

Strano? Leggere per credere alcune affermazioni del docente neo responsabile economia nella nuova segreteria del Pd annunciata da Renzi dopo le vittoriose primarie.

L’ELOGIO DELLA MOZIONE CIVATIANA

Ecco una domanda: “Mozione Civati: quali sono le novità che rilancerebbero il sistema paese?”. Ed ecco la risposta fornita da Taddei, come si può leggere nella su interezza in questa intervista sul sito di Civati.Sono semplici proposte per ricostruire le basi della repubblica fondata sul lavoro. Parole di chiarezza sulla discriminazione in atto nel mercato del lavoro e su come ridurre le imposte sul lavoro in un sistema fiscale pensato per la rendita invece che per il lavoro stesso”.

IL LAVORO SECONDO TADDEI IL CIVATIANO NEO RENZIANO

Taddei si sofferma poi a parlare di mercato del lavoro: “Dal momento che volevamo cambiare il nostro sistema produttivo, abbiamo chiesto particolare flessibilità ad alcuni lavoratori. Non ci siamo però preoccupati di offrire un assegno di disoccupazione anche per loro o di predisporre un percorso predefinito e di durata certa di stabilizzazione lavorativa”.

LA SINTONIA CON PIPPO

Se non fosse chiaro l’orientamento del documento bolognese ora con Renzi, ecco un’altra sua dichiarazione: “La mozione Civati è l’unica che parla apertamente dell’introduzione di un contratto unico di inserimento lavorativo e di universalizzare la tutela della disoccupazione. Abbiamo letteralmente milioni di lavoratori che non ricevono alcun sostegno se perdono il lavoro. Possiamo cambiarlo se siamo ragionevoli”.

IL FISCO SECONDO TADDEI, GIA’ CIVATIANO E ORA RENZIANO

Anche sul fisco le idee di Taddei sono molto civatiane, e non le nasconde: “Civati non constata solo il problema ma offre una soluzione. Osserva come una parte della nostra spesa pubblica, quella per gli organi esecutivi, legislativi e affari esteri – il cuore dell’amministrazione statale che però non eroga servizi sociali – costa in Italia 1% di pil più della Gran Bretagna, 0,7 % più della Germania e 0,8 % più della Spagna. Se spendessimo come la più vecchia democrazia europea, la Gran Bretagna, potremmo tagliare le imposte sul lavoro per 1% del PIL. Sarebbe un taglio del 10% dell’IRPEF, un cambiamento epocale”.


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