Eccomi di ritorno da un periodo un po’ particolare. Torno a parlare qua di un’artista che seguo con passione e con affetto. Un’artista che per me è anche un’amica: Alessandra Celletti. Una persona di grande sensibilità e talento che mi ha colpito profondamente dal primo istante che l’ho incontrata, per lo stile, per il modo di porsi e per il suo grandissimo talento.
Il successo, spesso, interessa chi di talento ne ha poco. Molti artisti trovano la fama grazie al lavoro in “retroscena” che viene compiuto da esperti di comunicazione e marketing. Si passa dalle stelle alle stalle ad una velocità sorprendente e questo lo ho verificato anche in altri ambiti, quello politico in primis.
Ma tornando a Celletti. Qua su formiche.net avevo dedicato diversi articoli a questa formidabile pianista e cantante. Un’arte unica, una sensibilità unica. Mi chiedevo, e mi chiedo, come fosse possibile che un tale talento non riuscisse a trovare spazio per farsi conoscere e apprezzare? Si dice che è una musica di “nicchia” e “non alla portata di tutti”. Sciocchezze: se fosse resa accessibile, il pubblico apprezzerebbe e la seguirebbe senza dubbio. Il tour estivo del 2013 lo ha dimostrato: un’idea, una raccolta fondi per far partire il progetto e poi in giro per l’Italia con centinaia di persone in ogni piazza ad ascoltarla.
Il successo, certo, non è tutto. L’artista talentuoso fa bene anche senza preoccuparsi della “fama”. Ma è il riconoscimento che noi dovremmo dare a questi talenti che manca. Il problema è nostro. Questo era capitato anche ad altre mie conoscenze della musica. Prima fra tutte Mariella Nava, che ho avuto modo di conoscere solo superficialmente, ma che, come per Alessandra Celletti, mi aveva colpito molto per capacità, sensibilità, originalità e talento.
La discografia italiana non valorizza il merito, il talento né le originalità. Più sei in linea con la moda del momento e meglio è, perché in quei pochi mesi in cui sarai famoso/a la discografia macinerà milioni di euro, a tue spese. Ti spezzerà le ali, annullerà la tua creatività e puff sparirai senza lasciare traccia. Ci sono giovani che si stanno inventando una carriera musicale e per farlo devono (o qualcuno ha suggerito loro di) scopiazzare gli artisti veri, quelli che da decenni, pur nel ristretto circolo di “esperti“, sopravvivono e producono meraviglie senza sosta e senza il rischio di scomparire.
Chi segue Alessandra da un po’, conosce il suo stile, l’estetica del suo apparire. I movimenti del suonare, quando entra in sinergia col proprio strumento musicale, Chi la conosce sa che queste componenti sono parte della sua stessa personalità. Quindi, quando si vedono interviste e foto come quelle indicate a questo >>link<< rimaniamo, non solo perplessi, ma anche sconvolti.
Siamo oltre al plagio, siamo ad un vero e proprio scambio di personalità. Per questo scrivo questo post, per ricordare il valore dell’originalità che dovrebbe contraddistinguere un vero artista. Ispirarsi a qualcuno è naturale, ma non certo copiare in tal modo.
Faccio quindi seguito agli interventi che ho dedicato alla musica e ad Alessandra e pubblico volentieri una sua riflessione in questo collegamento: “Furti di Mercato” di Alessandra Celletti
In questo caso parlo di Alessandra Celletti, ma questa riflessione vale per tutti. Questa logica ha corroso l’originalità degli artisti e ha bloccato gli ingranaggi del creare. Mi sembra che ci sia un profondo impoverimento culturale e artistico, e questo è un dramma per l’Italia, che di musica, arte e cultura ha vissuto, vive e si spera vivrà.
Per ascoltare Alessandra Celletti sul web:
“Aspettando l’Alba” Alessandra Celletti, concerto, 14.08.2013