Il 2013 si apre con una svolta per la Chiesa cattolica. L’11 febbraio Papa Benedetto XVI annuncia a sorpresa le dimissioni e il 13 marzo il Conclave elegge un cardinale argentino, Jorge Maria Bergoglio, che prende il nome di Francesco e che subito si connota per l’attenzione agli ultimi.
Alla fine di aprile scoppia la protesta in Turchia: centinaia di migliaia di persone scendono in piazza per chiedere maggiore libertà di espressione al premier Erdogan, che però reprime le manifestazioni con violenza. Il bilancio finale è di diversi morti e migliaia di arresti.
A giugno esplode lo scandalo Datagate: Edward Snowden, ex tecnico della National Security Agency, è la talpa della più grande fuga di notizie sull’intelligence degli Stati Uniti. Al Guardian racconta i dettagli del programma di sorveglianza: centinaia di milioni di cittadini risultano spiati. Un caso internazionale che ancora non si è concluso.
Il 3 luglio i militari egiziani arrestano il presidente Mohamed Morsi, esponente del partito dei Fratelli musulmani. E’ il colpo di Stato che pone fine al governo islamista uscito dalle elezioni e che segna una nuova cesura nella storia della cosiddetta Primavera araba. Negli scontri di piazza delle settimane successive si registreranno centinaia di morti.
Il 22 luglio, al termine di una spasmodica attesa mediatica, il mondo conosce il Royal baby della monarchia britannica. La principessa Kate e il principe William diventano genitori di George Alexander Louis di Cambridge, ora terzo in linea di successione al trono.
Il 3 agosto in Iran Hassan Rohani diventa presidente della Repubblica islamica: una svolta moderata dopo gli anni radicali di Ahmadinejad. L’Occidente spera di poter instaurare un dialogo e sul tema del nucleare si muovono passi significativi.
Il 21 settembre, un gruppo di terroristi islamisti assalta un centro commerciale a Nairobi in Kenya. Il bilancio è drammatico: 72 morti e 175 feriti.
Il 5 dicembre il mondo saluta Nelson Mandela, l’uomo che più di ogni altro ha rappresentato la lotta contro la discriminazione razziale. Il suo Sudafrica lo piange e lo celebra nel ricordo del “lungo cammino verso la libertà” della nazione che aveva conosciuto la vergogna dell’Apartheid. Madiba se ne va a 95 anni, sepolto nel proprio villaggio natale dopo l’omaggio dei leader di tutto il mondo.
L’anno si chiude con una guerra che ormai dura da troppo tempo, e che, purtroppo, sembra fare sempre meno notizia. Il conflitto in Siria continua a infuriare, con migliaia di morti e di sfollati. Tra gli auspici per il nuovo anno anche quello, ribadito dal Papa, che la guerra civile siriana possa cessare.