Il 2013 per la politica italiana è stato l’anno delle novità dirompenti e dei grandi ritorni al passato. 12 mesi densi di avvenimenti a partire dalle elezioni di Febbraio. Ne esce un’Italia spaccata e senza guida, con la vittoria monca del Pd, il recupero del Pdl e l’esplosione del Movimento 5 Stelle, che si oppone a qualsiasi alleanza. Così falliscono tutti i tentativi di Pierluigi Bersani di formare un governo mentre sul Parlamento incombe l’elezione del nuovo Capo dello Stato.
Sono giorni di caos, con il Pd che brucia un candidato dopo l’altro compreso uno dei suoi fondatori, Romano Prodi. Lo psicodramma si conclude con la rielezione di Giorgio Napolitano, che dà il via al governo di larghe intese di Enrico Letta. E’ il 28 Aprile, dopo una sola settimana, la politica dice addio a Giulio Andreotti che muore a 94 anni.
Sulle larghe intese intanto pesano sempre più i guai giudiziari di Berlusconi. Arriva la condanna a 7 anni in primo grado per il caso Ruby e quella definitiva a 4 per frode fiscale nel processo Mediaset sui diritti Tv, un terremoto che cambia volto alla politica italiana. Berlusconi rifonda Forza Italia, si consuma la rottura con Alfano che dà vita al “Nuovo centro destra”. Il 27 Novembre il Senato vota sì alla decadenza e Berlusconi esce dal Parlamento.
Il 2013 si chiude con l’elezione di Matteo Renzi a nuovo segretario del Pd; il 38enne, dopo anni di inviti a rottamare la vecchia classe dirigente ha in mano le redini del partito. “Il 2013 sarà ricordato come l’anno della svolta generazionale” sottolinea Letta alla conferenza stampa di fine anno. Una nuova generazione è arrivata al potere e il 2014 sarà il suo banco di prova.