Pubblichiamo di seguito ampi brani del “Nuovo manifesto del Pli” che esce domani mattina su www.rivoluzione-liberale a firma di Paolo Guzzanti, giornalista de Il Giornale e presidente del Consiglio Nazionale del PLI (oltre che direttore dell’organo di stampa online Rivoluzione Liberale).
“Oggi ci troviamo allo snodo cruciale. Un nuovo leader, Matteo Renzi, ha acquistato i titoli democratici per competere con la sua leadership ed è giusto che così sia. E’ giusto che venga restituito agli italiani il diritto di votare subito e scegliere i suoi leader. Pensiamo che Renzi voglia le elezioni subito e che sia un suo diritto e dovere volerlo”.
“Il nostro diritto e dovere è competere con Renzi e dichiarare che le sue proposte politiche sono opposte alle nostre, che lui rappresenta giustamente ciò che noi non vogliamo perché la sua leadership è del tutto illiberale e costituisce un pericolo per la democrazia”.
“L’idea di Renzi di rottamare il Senato per fare cassa nella misura di un miliardo di euro, è inaccettabile: si deve dare al Senato una funzione diversa dalla Camera, ma non può essere abolito e trasformato nella sede stuccata e stucchevole della conferenza Stato-Regioni”.
“La sua priorità per una nuova legge elettorale – che non è una priorità per i cittadini, anche se la nuova legge va assolutamente fatta – conferma che Renzi vuole il voto insieme alle Europee e in questo, solo in questo ha ragione. Ma tale priorità è la sua agenda, non l’agenda per l’Italia”.
“Tutto il resto delle proposte e richieste di Renzi dimostra che al di là della spigliata comunicazione fiorentina, tutto il suo programma è un’agenda per la presa del potere e non un’agenza per il Paese. La sua insistenza per temi contingenti e ad effetto emotivo dimostra quanto sia fragile la sua cultura di governo”.
“Dunque i liberali devono sostenere Renzi e quanti altri – Berlusconi e Grillo – chiedono il ritorno alle urne perché la parola deve tornare ai cittadini al più presto attraverso l’esercizio del diritto sovrano di eleggere governi scelti dal Popolo. Ma i liberali devono anche rendersi conto che un duello definitivo è cominciato fra chi vuole il primato della libertà (da cui far derivare le soluzioni per l’Italia) e chi vuole il primato della politica politicante di tipo socialista, spacciata per l’ultimo grido della modernizzazione soltanto perché presentata con efficaci mezzi retorici e comunicativi”.
“L’Italia di Matteo Renzi è l’opposto dell’Italia dei liberali e i liberali vedono nella crisi attuale l’occasione irripetibile per l’avvio di quella Rivoluzione Liberale che tanti dicono di volere ma per la quale nessuno ha fatto nulla”.
“I liberali non hanno un’agenda per se stessi ma ne hanno una per l’Italia. Gli altri dicono di avere un’agenda per il Paese, ma si tratta sempre e soltanto dell’agenda loro, della loro carriera, del loro cursus honorum”.
“Il Partito dei liberali italiani deve trovare al proprio interno le energie e le persone – donne e uomini, giovani e meno giovani – per riorganizzarsi in maniera indipendente, orgogliosa della propria identità, consapevole della superiorità civile delle proprie risposte alle domande di un Paese in profonda crisi perché spolpato dalle lobby, dai centri di potere da cui si può succhiare denaro statale, regionale, provinciale o comunale, che non lasciano carne viva, ma soltanto scheletri”.