La vicenda poco commendevole degli insegnanti sballottati sui 150 euro al mese di scatti percepiti, e dei ministri dell’Economia e dell’Istruzione che bisticciano, ha almeno due lezioni (di scuola, è proprio il caso di dirlo).
La prima è la prova ulteriore che la superiorità “tecnica” dei ministri tecnici è molto presunta e poco verosimile. Era una superiorità apodittica e, come tale, fallace. Non c’è una superiorità assoluta ed è giunta l’ora di rivalutare i tanto bistrattati politici se i politici si assumono le relative responsabilità e non scaricano sulle “strutture”.
La seconda lezione è che in un clima sociale non troppo sereno, data la situazione economica e le tensioni politiche e la straordinarietà del quadro istituzionale, sarebbe opportuno e auspicabile un tasso ulteriore di attenzione a comunicare provvedimenti, più o meno automatici. Sentire da un ministro chiave come il titolare dell’Economia “io sono un mero esecutore” lascia basiti, prim’ancora di lasciare sbigottiti. Idem per una frase del ministro dell’Istruzione: “A volte i ministri non sanno niente”.
Per una ricostruzione analitica e indiscreta della vicenda si può leggere questo post del giornalista Corrado Chiominto.