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Così i Popolari si organizzano per le Europee

Alfano, Mauro, Casini. È questo il tridente della squadra popolare che potrebbe presto debuttare unita. L’unica via di salvezza, forse, piuttosto che una remota possibilità da cavalcare. Perché, come ha sottolineato Formiche.net, con una legge elettorale fondata sull’accordo tra Renzi e Berlusconi che consolida i partiti maggiori, occorre per popolari e liberali sparsi “abbandonare solipsismi infruttuosi” e lavorare per un “vero, grande partito popolare per l’Italia”. Obiettivo rilanciato da Giuseppe Gargani, capodelegazione italiano al Parlamento europeo del Ppe, con un appello/intervista sempre su Formiche.net. 

L’ENTUSIASMO POPOLARE
Il cantiere è aperto e vede l’entusiasmo di Udc e dell’area popolare capeggiata da Mario Mauro uscita da Scelta civica. La base parlamentare c’è, il gruppo Popolari per l’Italia, ma questo è solo il primo passo. L’orizzonte elettorale più vicino è quello delle Europee e per questo appuntamento l’idea è una lista comune che possa rappresentare il Partito popolare europeo in Italia. “Siamo stati i primi a lanciare il Ppe italiano a Chianciano”, rivendicano dall’Udc che si riunirà in Congresso dal 21 al 23 febbraio a Roma. “Una casa dei popolari è il nostro obiettivo – spiega a Formiche.net il senatore popolare Andrea Olivero – per questo chiediamo di mettere da parte se stessi e la legittima aspirazione a giocare il proprio ruolo. Qui c’è in gioco molto di più”.

IL PATTO DEI DC
Un progetto sostenuto anche dall’Associazione Democrazia Cristiana che ha lanciato un patto federativo di diversi movimenti e associazioni che fanno riferimento all’area cattolica.

ALFANO E L’ENIGMA BERLUSCONI
Il naturale interlocutore per questo nuovo asse è Angelino Alfano. “Siamo tutti nel Ppe e tutti sosteniamo il governo Letta per cui non vedo perché dovremmo competitivi tra noi anziché collaborativi. Di punti di unione ce ne sono tanti”, conferma il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini in un’intervista a Repubblica. Il punto interrogativo su un eventuale patto di centro-destra sembra chiamarsi ancora una volta Silvio Berlusconi. Ncd, se l’impianto dell’Italicum venisse confermato, vuole correre con Forza Italia come dice chiaramente in un’intervista al Corriere della Sera Maurizio Lupi: “Vogliamo stare nella stessa coalizione per farla vincere”. Più complicati i rapporti con il Cavaliere sul fronte popolare. Se Casini sembra in qualche modo aprire, “non c’è dubbio che a me piaccia di più il Berlusconi che che va al tavolo con Renzi piuttosto del Berlusconi che sale sull’Aventino per far cadere il governo Letta”, dice a Repubblica, più intransigente appare il gruppo che fa capo a Mario Mauro. “Berlusconi non è in linea con il nuovo popolarismo”, spiega Olivero a Formiche.net.

L’ASSE CON I LIBERALI
Segnali positivi in doppia direzione giungono anche dai liberali italiani. Olivero parla di “estremo interesse” e “porte aperte” al progetto dei liberali. E Silvia Enrico, coordinatrice di Ali, in una lettera a Formiche.net è disponibile al dialogo per una casa comune di tutti i liberali.

SCELTA CIVICA GUARDA A RENZI
Anche Scelta civica guarda con favore ai liberali e in vista delle Europee punterebbe a una squadra liberaldemocratica con Ali, Fare di Michele Boldrin e il Centro democratico di Bruno Tabacci. Un progetto che appare comunque divergente rispetto a quello degli ex alleati visto che il partito montiano sembra più vicino al nuovo riformismo renziano che al popolarismo in costruzione qui.



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