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Cari amici liberali, vogliamo presentarci uniti alle Europee?

Enrico Zanetti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Partecipare o non partecipare alle elezioni europee?
Questo è il dubbio che agita Scelta Civica e le tante sigle e associazioni che si rifanno all’area liberal-democratica che guarda all’ALDE come sua casa europea.

Per Scelta Civica, a mio modesto avviso, non ci sono alternative alla partecipazione, perché un movimento politico presente nel Parlamento italiano (e per di più con una orgogliosa vocazione europeista in mezzo a tanti anti europeismi di comodo populistico) che non si dovesse presentare alle elezioni europee, nemmeno nell’ambito di più ampie aggregazioni, certificherebbe la propria resa in modo assai più tombale di qualsivoglia esito elettorale magari poco soddisfacente.
Per tutte le altre sigle e associazioni, sempre a mio modesto avviso, le Europee del prossimo maggio non sono un dovere, ma un piacere.

Ci sono le condizioni per farle? Avanti tutta.
Non ci sono? Meglio continuare a lavorare in vista della prossima occasione di competere per il rinnovamento del Parlamento italiano.

Chiaro che, al netto di eventuali elogi del velleitarismo più spinto, per tutte queste sigle e associazioni le condizioni possono esserci solo nella misura in cui si possa realizzare una aggregazione. Una aggregazione che, senza dubbio, potrebbe e dovrebbe avere in Scelta Civica il principale punto di riferimento.

Credo però che, a meno di voler bruciare in un unico grande falò tutti i movimenti che fanno parte dell’area politica liberal-democratica, l’aggregazione intorno a Scelta Civica, pre-condizione per questi movimenti di partecipare alle Europee, abbia a sua volta una ulteriore pre-condizione: che Scelta Civica si apra realmente a questi movimenti e si evolva finalmente da lista elettorale in partito, con un congresso di iscritti e una direzione di partito che traccia linee politiche frutto di un dibattito congressuale tarato sulla gente, più che salottiero tarato sui posizionamenti.

Scelta Civica rimane arroccata su un modello di funzionamento che restringe a meno di duecento persone la possibilità di concorrere alla governance del partito?
Chi glielo fa fare ad associazioni e movimenti, per le quali non scendere in campo alle Europee non sarebbe un disonore, di rischiare di pregiudicarsi il futuro politico in una competizione elettorale comunque molto difficile?

Scelta Civica si apre e coglie l’occasione per un rilancio della sua azione politica e per il suo up grade a partito realmente rappresentativo di un popolo che in questo Paese cerca da tempo il partito che ancora non c’è?
Ecco allora che, fossi in quelle associazioni e movimenti, non esiterei un secondo ed eviterei di perdermi nelle solite logiche suicide sul grado di purezza più o meno estrema della natura liberale di ciascun singolo compagno di viaggio.

Se ci sarà questa lucidità tanto all’interno di Scelta Civica, quanto negli altri interlocutori che insieme ad essa guardano all’ALDE, si coglierà un’occasione importante che produrrà effetti positivi ben oltre la data del 25 maggio 2014.

Diversamente, a prescindere dal fatto che si realizzi una alchimia di lista e simbolo più o meno riuscita e più o meno ampia nei soggetti che vi aderiranno, si sarà persa un’altra occasione di mostrare quel cuore oltre l’ostacolo e quel coraggio che in politica contano tanto quanto l’algida competenza.

Enrico Zanetti

deputato di Scelta Civica



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