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Vi spiego perché l’aerospazio italiano ha bisogno di una nuova governance

Rafforzare il ruolo del sistema-Paese nel settore aerospaziale è un passaggio fondamentale per creare nuove importanti occasioni di crescita e di sviluppo utilizzando le risorse dei programmi europei legati alle nuove tecnologie satellitari, con particolare attenzione alle opportunità di crescita delle nostre aziende laddove, con l’aiuto degli assetti istituzionali di riferimento, siano in grado di intercettare le positive ricadute di Horizon 2020, il programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione (2014-2020), che, nei prossimi anni, finanzierà progetti per 80 miliardi di euro.

In qualità di presidente del Centro studi Demetra ho avviato, nel corso degli ultimi anni, una serie di iniziative, di carattere legislativo, per promuovere la costituzione del comparto aerospaziale in una visione duale (civile e militare), formulando, da ultimo, la proposta di una governance del settore che consenta, facendo perno su di un assetto consapevole dei ruoli e delle responsabilità dei diversi soggetti pubblici e privati coinvolti, di facilitare un sistema di relazioni istituzionali efficace, ricollocando la funzione di coordinamento e vigilanza attiva alla presidenza del Consiglio dei ministri.

Tenuto conto che il nostro Paese sovvenziona il programma con 13 miliardi di euro e che normalmente ci sono ricadute economiche tra il 7 e l’8% (circa 6 miliardi), è chiaro che esiste uno spazio di manovra utile per migliorare le precedenti performance, laddove i vari protagonisti pubblici e privati, con capacità di sintesi, sappiano interloquire positivamente con i decisori europei.
In tale contesto, la necessità di una governance sistemica dello spazio è legata all’analisi delle cause del fallimento del progetto dell’Hub di Malpensa, una tappa fondamentale della storia del trasporto aereo, su cui Demetra ha sviluppato uno studio dal quale è emerso che la classe dirigente del nostro Paese, non facendo squadra, è stata artefice della perdita di un asset strategico che ha inciso profondamente sulla attuale debolezza del vettore di riferimento nazionale.

Considerato che il trasporto aereo deve continuamente confrontarsi con le nuove tecnologie, basti pensare al passaggio epocale del controllo aereo dal radar al satellite, è ovvio che la sfida rispetto alla quale possiamo rivendicare un ruolo leader in Europa è, oggi, quella dell’aerospazio.

Sicché, la proposta di una governance coesa del comparto aerospaziale è un elemento assolutamente prioritario che deve essere affrontato in termini efficaci e realistici con l’obiettivo di superare, con immediatezza, assetti burocratici interdittivi, operando un semplice ma concreto riordino istituzionale che dia effettività ai principi di derivazione comunitaria di liberalizzazione e privatizzazione che regolano il settore.
Al riguardo va evidenziato che, mentre a livello comunitario, gli interlocutori istituzionali del comparto aerospaziale sono sostanzialmente tre, Esa, Easa e la Commissione europea, nel nostro Paese i riferimenti accreditati sono molto numerosi, determinando, a dir poco, una indubbia difficoltà di relazioni.

Solo in ambito statale, la materia aerospaziale è di competenza del ministero della Difesa, del Miur, del Mise, del Mit, del Mae, del Mef, dell’Asa, dell’Enav, dell’Enac, del Cira.
Così il sistema non può funzionare.
Senza intaccare le competenze ministeriali e l’autonomia di ciascun ente, è necessario arrivare a una sintesi, con la costituzione, nell’ambito della riorganizzazione prevista dalla spending review, di un Dipartimento presso la presidenza del Consiglio dei ministri, in grado di elaborare, con l’ausilio di tutti i soggetti istituzionali preposti al governo del settore e delle aziende di riferimento, una policy comune.

Il progetto portato avanti dal Centro studi Demetra è quello di un’amministrazione snella ma, allo stesso tempo, autorevole che, con l’ausilio di un board pubblico-privato composto dai referenti del settore, sia in grado di elaborare un piano strategico decennale, articolato in piani triennali a scorrimento annuale.
In sintesi, la proposta lanciata da Demetra è quella di configurare, pur nel rispetto delle singole autonomie, un nuovo modello di governance del settore con l’istituzione, ad invarianza di spesa, di uno specifico Dipartimento presso la presidenza del Consiglio dei Ministri e l’adozione di un piano strategico governativo di lungo periodo che trovi, annualmente, in una direttiva del Presidente del Consiglio una policy che impegni il governo, nelle varie articolazioni, nella sua attuazione.

Naturalmente, il Dipartimento aerospaziale potrà svolgere un attivo compito di elaborazione e vigilanza attiva, dando l’atteso segnale che la politica spaziale del Paese è connotata da un forte elemento di stabilità, pur nella possibile alternanza di guida governativa.
Tutto questo perché dobbiamo essere consapevoli che lo spazio non è più solo il futuro, ma è il presente, è la nostra quotidianità, è una grande occasione di lavoro per le nuove generazioni.

L’articolo è tratto dal numero di Airpress di dicembre 2013

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