Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo il commento di Marco Bertoncini apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi
Da una settimana i massimi tre presidenti delle istituzioni sono venuti o tornati in primo piano con interventi di forte spessore politico. Più cauto è Giorgio Napolitano: senza dubbio ha ottenuto un ampio interesse mediatico mercé i suoi discorsi europei, ma molto di sostanza è il suo ennesimo sostegno al governo Letta, oltre alla ripetuta ostilità verso le urne. Senza arrivare alle imputazioni mosse (in maniera poco produttiva) dai grillini contro il capo dello Stato, va confermato che il presidente della Repubblica continua nel suo interventismo politico, facendo di nuovo capire di non gradire staffette, scioglimenti delle Camere, fallimenti delle riforme (partendo da quella elettorale).
LE PERFORMANCE DI GRILLO E BOLDRINI
La presidente della Camera è andata a impelagarsi in polemiche politiche che poco si addicono al suo ruolo istituzionale. Anche nel suo caso si segna una conferma: l’impreparazione, sia politica sia tecnica, a occupare la poltrona avventatamente elargitale da un intorpidito Pier Luigi Bersani. Il suo collega di palazzo Madama, poi, è riuscito a scatenare un’offensiva cui mai prima si era assistito contro un presidente del Senato. Pietro Grasso ha pesanti responsabilità politiche nell’iter della decadenza di Silvio Berlusconi: come non concesse il voto segreto (preferì affidarsi al parere del consiglio di presidenza), così ora sanziona la costituzione di parte civile (stavolta in contrasto con l’opinione dello stesso consiglio).
IN SINTESI
I tre presidenti si sono immersi nella politica politicante. Hanno rispettato formalmente i limiti costituzionali loro fissati? Molti ne dubitano; però è certo che continuano a intervenire, in maniera che istituzionalmente neutra non appare, nelle vicende politiche e partitiche.
