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Cari Boldrin, Zanetti, Enrico e De Luca, l’eccesso di personalismo nuoce alla salute del liberalismo

Caro direttore,

sto seguendo con attenzione, come molti lettori del sito Formiche.net, il dibattito che hai innescato dopo un tuo recente editoriale in cui sottolineavi che, con l’accelerazione renziana sul fronte della legge elettorale e con la prossima adesione del Pd al Partito socialista europeo, si sarebbe prodotta una inevitabile ed auspicabile azione di ricomposizione di vari movimenti verso le altre due nobili famiglie politiche: quella popolare, nella quale se non erro Formiche.net per lo più si riconosce, e quella liberale, che trova in Formiche.net una piattaforma ospitale per dibattere del proprio futuro, forse perché anche il filone del cattolicesimo liberale innerva le ragioni d’essere del sito Formiche.net.

Nell’area popolare, da un lato la nascita del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, dall’altro la decisione dell’Udc di Pierferdinando Casini sono due segni di una direzione di marcia che condurrà, magari con la collaborazione dei Popolari di Mario Mauro, verso la sezione italiana del Partito popolare europeo che dovrà fare i conti con una Forza Italia dalla connotazione programmatica cangiante quanto le mattane e le intuizioni berlusconiane. Restano ancora incerte, comunque, le liste di partito che parteciperanno alle prossime elezioni europee di maggio.

Nell’area liberale si nota un pullulare di movimenti e associazioni alla ricerca più di un leader e di una primazia che di una comune base ideale e programmatica. Eppure le condizioni affinché alle Europee si possa presentare una lista unica dei liberali che si richiama all’Alde sono per certi versi irripetibili. La galassia dei soggetti politici liberali non vede alcun movimento che possa obiettivamente fare da coagulo o che possa ergersi a soggetto che possa fondere altri. Quindi – ci si può domandare – che cosa aspettano i montiani di Scelta Civica, i liberali di Ali, lo storico PLI e Il movimentistico Fare a trovare una salutare intesa? L’impressione che si trae leggendo gli interventi che hai ospitato è la seguente: ci sono dei dissapori latenti che si frappongono alla lista unica. Dissapori dovuti in particolare a strascichi non superati dello strappo subito da Fare, quando la componente che faceva capo ad Alessandro De Nicola e Oscar Giannino (che ha di fatto promosso Ali ora coordinata da Silvia Enrico) è uscita in maniera polemica da Fare capitanata da Michele Boldrin. Inoltre la personalità tanto geniale quanto eccentrica di Boldrin non ha agevolato un percorso comune e condiviso. Questa, ovviamente, è la mia opinione sulla base, però, di informazioni e sensazioni. Ciò detto – se ho ben compreso – in Fare c’è la convinzione (presunzione, secondo altri) che il movimento boldriniano sia l’unico con una solida base elettorale e di struttura territoriale che gli consente di poter essere un soggetto federatore. Una condizione non riconosciuta dagli altri.

Peraltro, come ha scritto Marcel Vulpis, Fare starebbe cercando un’interlocuzione con Fratelli d’Italia, la formazione di Giorgia Meloni e Guido Crosetto (“balle e attacco ad personam”, ha replicato su Twitter Boldrin a questo articolo). Un’impostazione non solo eccentrica ma bizzarra – se vera – visto che Fratelli d’Italia sta cavalcando tesi anti euro che di certo i liberali e i liberisti non condividono.

La conclusione? È questa: l’eccesso di personalismi nuoce gravemente alla salute del liberalismo politico.

ECCO IL DIBATTITO SUL FUTURO DEI LIBERALI:

L’afasia di popolari e liberali rispetto all’attivismo di Berlusconi e Renzi. L’editoriale del direttore di Formiche.net, Michele Arnese, dopo le prime intese fra Renzi e Berlusconi sulla legge elettorale

Cari amici liberali, vogliamo presentarci uniti alle Europee? Di Enrico Zanetti

Cari montiani, ecco chi vuole davvero Fare la lista Alde alle Europee di Ezio Bussoletti

Caro Boldrin, i liberali non possono Fare intese con Meloni di Marcel Vulpis

I tormenti di Scelta Civica sulla lista Alde alle Europee di Fabrizia Argano

Boldrin, De Luca ed Enrico, visioni e divisioni del guazzabuglio liberale di Bruno Guarini

Così i liberali italiani scudisciano Boldrin di Raffaello Morelli

Boldrin, Bonino, Enrico e De Luca. Viaggio nella tormentata galassia liberale di Lorenzo Castellani


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