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Le illusioni renziane

Buona fortuna a Matteo Renzi. Formiche.net lo ha scritto, per la penna del prof. Benedetto Ippolito, e lo ribadisce. Oltre a dare a Letta quello che è di Enrico Letta, come abbiamo fatto in un editoriale.

Ma proprio la mielosa, dunque falsa, accoglienza che ricevette il governo Letta ci deve mettere in guardia dai trionfalismi fatui e ossequiosi. Ve li ricordate? Non abbiamo un archivio come quello di Marco Travaglio, ma ci si può sbizzarrire con la stampa dell’epoca a rileggere editoriali giubilanti, commenti esaltanti e ritratti-panegirici del giovane Letta: finalmente un premier quarantenne che rottamerà politici bacucchi (ovvero Silvio Berlusconi) e tecnici permalosi (alla Mario Monti); finalmente un politico sobrio dedito alle riforme e al servizio del Paese; finalmente una nuova classe politica e via elogiando.

La fabbrica delle illusioni era già partita e non ci si accorgeva che pure il programma illustrato dal premier in Parlamento era troppo vasto e troppo ambizioso per poter essere realizzato, vista la maggioranza eterogenea e i dettami di Bruxelles che incombevano e incombono come una zavorra permanente. All’epoca ci permettemmo di sottolineare tutto ciò steccando nel coro dei trombettieri che suonavano la musica desiderata nei Palazzi. La stessa musica che risuonava durante il governo tecnico capitanato dal super tecnico Mario Monti.

Le rammentiamo ancora le articolesse in cui si illustravano gli obiettivi e le realizzazioni delle riforme, delle liberalizzazioni, dei decreti pro crescita dell’esecutivo Monti. Così come ricordiamo bene i decreti e i provvedimenti del governo Letta, ben apprezzati di solito. Poi, però, quando dai fuochi pirotecnici si passa alla realtà, e con una situazione economica che è quella che è, con i diktat della Commissione Ue che non si ammorbidiscono e con le vischiosità burocratico-amministrative che come al solito intralciano, le illusioni lasciano spazio alle delusioni.

Ecco, in queste ore avvertiamo lo stesso rischio: il rischio che ci si affidi al vitalismo dell’uomo solo al comando per aspirare a non si sa che cosa; ci si affidi all’energia di un quarantenne sindaco d’Italia che con qualche delibera di giunta possa diminuire le tasse, riformare la burocrazia, approvare una legge elettorale, sfondare il tetto del 3% del rapporto deficit-pil con l’assenso benevolo di Bruxelles e fare altre magie.

Per calmierare entusiasmi e renzismi, è caldamente consigliata questa intervista a Emanuele Macaluso. Così si avranno più chiare le vere ambizioni di Matteo Giamburrasca Renzi, come l’ha ribattezzato quel saggio impertinente di Giuliano Cazzola.



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