Tutto è pronto, o quasi. Domenica Corrado Passera, con un giorno di anticipo rispetto al calendario previsto, presenta il suo progetto politico. O il suo movimento. O forse il suo pensatoio, chissà.
L’AMBITO POLITICO
Nell’entourage passeriano, che ha comunque partecipato a riunioni e incontri con l’ex banchiere ed ex ministro dello Sviluppo economico, c’è solo una consapevolezza: politicamente, i “passerotti” saranno in antitesi di sicuro a Beppe Grillo e di certo non si appollaieranno nel renzismo montante e al momento trionfante. Piuttosto, come ha scritto il cronista Alberto Brambilla del Foglio in un’ampia inchiesta su Alitalia, il progetto di Passera sembra collocarsi in un’area centrista per partecipare ai lavori nel cantiere del centrodestra allargato che si va configurando anche dopo la scelta dell’Udc di Pierferdinando Casini di abbandonare ogni sogno centrista.
I NOMI DELLA GALASSIA PASSERIANA
L’aspirazione passeriana sarebbe quella di mettere a disposizione una leadership e un laboratorio di idee. Il resto si vedrà. Di sicuro sono tre le figure chiave nella galassia dell’ex capo azienda di Poste Italiane. Dal punto di vista organizzativo, svetta il ruolo di Lelio Alfonso, giornalista e comunicatore, per anni in Rcs, a Palazzo Chigi con Romano Prodi e poi con Mario Monti. Nell’elaborazione politico-culturale, spicca l’avvocato Luca Bolognini, esperto in particolare degli aspetti legati alla privacy. Ma per i “passerotti” un ruolo non troppo dietro le quinte lo ha anche Giovanna Salza, professionista esperta nella comunicazione e moglie dell’ex ministro. Sarebbe stato già individuato, secondo le indiscrezioni raccolte da Formiche.net, anche un responsabile terroriale per coordinare la ramificazione del movimento che inevitabilmente pescherebbe anche nella rete costruita nel tempo sia dalla montezemoliana Italia Futura (dove ha lavorato anche Alfonso) che nella montiana Scelta Civica.
IL MILIEU LIBERALE E POPOLARE
Nel corso degli ultimi mesi Passera ha partecipato a eventi e seminari, anche pubblici, che rientravano in un’area politico-culturale di centro: dal popolarismo di Pellegrino Capaldo, Marco Follini e Ciriaco De Mita, al liberalesimo incarnato da Michele Boldrin di Fare e da Stefano de Luca del Pli.
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