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Il suk di Palazzo Chigi

Naturalmente tutto si aggiusterà. Ovviamente si troverà una quadra alla squadra di governo. E certamente un programma condiviso sarà scritto. Comunque il festival di dichiarazioni, riunioni, sotterfugi, annunci, avvertimenti e picci che si sono letti e visti in questi giorni stridono con quella ventata (fuffa?) di nuovismo vitalistico ed efficientista di cui si vanta il sindaco di Firenze che sta per diventare il sindaco d’Italia.

Matteo Renzi di sicuro starà sbuffando per lo spettacolino andato in scena in questi giorni. Ma lui ne è stato il protagonista, non il comprimario. Si pensava che avesse in mente già tutto, che avesse già il foglio excel con le misure governative da approvare, con tanto di tempistica, obiettivi, impatti e risorse economiche per tagli alla spesa e riduzioni di imposte. E magari un’idea geniale per ristrutturare o stritolare un po’ il debito pubblico. Evidentemente gli auspici erano errati, o meglio erano eccessivi: ma il Pd e il premier incaricato si era prodigati non poco a creare attese miracolistiche, come le ha definite a Formiche.net un lucido intellettuale come Luciano Pellicani in questa intervista.

Va pure detto che i piccoli e grandi partiti della coalizione di governo in gestazione – in primis Il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano – non hanno granché aiutato il premier in pectore. Ma viste le vere ambizioni di Renzi, qualche sua illusione, oltre che varie elegiache magie di renziani di stretta osservanza, ci si aspettava di meglio.


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