Il governo Renzi è il risultato di due fattori. Da un lato le convulsioni del Pd che, dopo la vittoria alle primarie di Matteo Renzi e la sentenza della Corte costituzionale sulla legge elettorale, ha deciso di rottamare l’esecutivo Letta e di piazzare a Palazzo Chigi il vitale e scalpitante sindaco di Firenze. Dall’altro la necessità, frutto delle elezioni politiche, di un governo di ampia coalizione. Il resto – la necessità di superare la palude, il cambiamo verso e altri renzianismi – sono solo slogan utili ad animare qualche talk show.
Formiche.net non ha lesinato approfondimenti sulle vere ambizioni di Renzi, rilievi sulle illusioni renziane e critiche alle elegie di qualche ultra renziano sul Rinascimento politico ad opera del sindaco di Firenze, che nel frattempo sta diventando sindaco d’Italia. Il trionfalismo della tifoseria renziana stride con la situazione economica e con l’effettiva capacità di un governo di incidere in maniera efficace e tempestiva.
Ciò detto – e sottolineato un eccesso di irriguardosità verso l’operato del governo Letta da cui provengono non pochi ministri del governo Renzi – auguriamo buon lavoro all’esecutivo Renzi. Le novità positive non mancano, a partire dalla nomina di Federica Mogherini agli Esteri e di Roberta Pinotti alla Difesa. Così come due esponenti di rilievo del mondo imprenditoriale – come Federica Guidi e Giuliano Poletti – saranno i responsabili rispettivamente del dicastero dello Sviluppo economico e del Lavoro. Inoltre il titolare dell’Economia Pier Carlo Padoan, magistralmente descritto da Stefano Cingolani, è sì un tecnico ma vanta un robusto ancoraggio politico-culturale.
L’ideatore del Manuale Cencelli ha detto alla trasmissione Virus di Nicola Porro che il suo manuale è stato perfettamente seguito nella composizione del governo, visto che sono stati rispettati, nella nomina dei ministri, i pesi relativi del Pd, del Nuovo Centrodestra, di Scelta Civica e dell’Udc. Ecco, solo questa maliziosa annotazione può essere utile – si spera – per rottamare qualche nuovismo di troppo sulla palingenesi politica frutto di Mago Matteo.