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Fatto il governo Renzi, c’è da rifare il Pd

Fatto il governo, c’è da rifare il Pd. Il defenestramento su due piedi di Enrico Letta e l’arrembante arrivo di Matteo Renzi a Palazzo Chigi hanno provato duramente Largo del Nazareno.

L’immagine che ne esce è quella di un partito sballottato, dove la democrazia interna sembra azzerata, sostituita dalla forte leadership della sua nuova guida e da un coro compatto, salvo rare eccezioni, di sostenitori. E il glaciale passaggio di consegne a Palazzo Chigi con un gelido Enrico Letta ne è una riprova.

Un partito personalistico, molto diverso da quello dalle mille anime, spesso litiganti, a cui eravamo abituati. Un partito in cui l’esigua minoranza di sinistra rimasta minaccia di non votare la fiducia e pensa alla scissione.

In conferenza stampa, Renzi ha annunciato che rimarrà segretario ma la squadra cambierà. Il suo braccio destro Dario Nardella ha proposto di non chiamare più il Pd “partito” ma solo “Democratici”.

Ma al di là di persone e nomi nuovi, è l’identità stessa del partito a essere cambiata.

Qui le riflessioni sull’argomento nello speciale di Formiche.net:

Un Pd destabilizzatore crea troppe attese miracolistiche su Renzi. Parla il prof. Luciano Pellicani
Vi spiego i veri motivi della rottamazione renziana di Letta. Parola di Emanuele Macaluso
Pd, partito destabilizzatore? L’editoriale di Michele Arnese
Tutte le minoranze in subbuglio nel Pd di Renzi di Fabrizia Argano
Viaggio nel Carosello denominato Pd di Giuliano Cazzola
Il PD ai tempi di Renzi di Federico Quadrelli


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