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Chi è El Chapo, il narcotrafficante più potente del mondo arrestato in Messico

È stato arrestato in Messico il re della droga, il “nemico pubblico numero uno” degli Stati Uniti, il narcotrafficante più potente e spietato del mondo: Joaquin “El Chapo” Guzmán. Solo Al Capone era stato considerato un criminale di questo livello. A febbraio dell’anno scorso la commissione per il crimine di Chicago lo ha nominato l’uomo più ricercato. Dopo 13 anni sulle sue tracce, El Chapo è stato catturato durante una festa a Mazatlan in Messico, grazie a un blitz dell’intelligence americana in collaborazione con le autorità messicane.

FONTE DI ISPIRAZIONE
Joaquin Guzmán Loera, detto El Chapo, non è un altro barbuto terrorista internazionale che arruola ragazzini che istiga a farsi esplodere in giro per il mondo. Non è neanche l’artista messicano “El Chapo de Sinaloa”, che canta: “Amici, aprite il cammino/ è arrivato la persona per cui piangevate/ sapete che sono stato prigioniero per un carico pesante/ quando sono andato verso San Francisco per consegnare tre quintali/ mi hanno confiscato la coca e anche la mia mitraglietta/ senza darmi tempo hanno circondato il mio suv/ il giudice mi ha dato 15 anni/ 15 anni di ombra che mi hanno avvelenato il sangue…”. Versi violenti che mescolano storie di amore, tradimenti, sparatorie e traffico di droghe, che sicuramente sono state ispirate a il vero El Chapo, uno dei più pericolosi e influenti terroristi del Messico, leader del cartello di Sinaloa.

GLI INIZI
Nato nel 1957 nella provincia di Sinaloa, El Chapo iniziò le sue attività criminali negli anni ‘80 con il cartello di Guadalajara diretto da Miguel Ángel Felix Gallardo. Nel 1989, Gallardo viene arrestato e con lo storico fondatore tra le sbarre l’organizzazione si divide in due fazioni. El Chapo e El Güero Palma fondano il gruppo “Alleanza di Sangue”, più conosciuto come cartello di Sinaloa, nella provincia di Cualiacán, mentre i fratelli Arellano si trasferirono a Baja California per creare il cartello di Tijuana. Tra i due gruppi c’è una fortissima rivalità.

Gli scontri tra il cartello di Sinaloa e quello di Tijuana sono arrivati al punto più drammatico nella primavera del 1993. Il 24 maggio alcuni membri dei due cartelli sono stati protagonisti di una sparatoria nell’aeroporto internazionale di Guadalajara, dove sono morte sette persone che aspettavano di prendere l’aereo e, tra loro, il cardinale Juan Jesus Posadas Campo.

LA FUGA
Il 9 giugno dello stesso anno, El Chapo e cinque dei suoi complici sono stati presi in Guatemala. Nel 1995 è stato trasferito presso il carcere di massima sicurezza Puente Grande in Jalisco, da dove è uscito il 19 gennaio del 2001 con una spettacolare fuga, degna di un film, con tanto di complici tra le autorità e i custodi ed elicotteri noleggiati. L’azione lo ha fatto diventare una leggenda in America latina e negli Stati Uniti.

LA FAMIGLIA
Uno dei suoi figli, Ernesto Guzmán Beltrán, di 22 anni, è stato ucciso in un centro commerciale di Cualiacán nel 2008. Stessa sorte per due cugini. Suo fratello, Miguel Angel Guzmán Loera, è stato condannato a 13 anni di carcere, così come la sua seconda moglie, Griselda López Perez, detenuta dallo scorso maggio a Sinaloa. Una sorte più fatale quella della prima consorte, Zulema Yulia Hernández, che aveva catturato l’attenzione di El Chapo nel carcere durante gli anni ’90. Quando la Hernández è uscita dalla galera, raccontò la sua love story con il capo del narcotraffico al giornalista Julio Scherer. Alcuni mesi dopo è stato trovato il suo cadavere in un’automobile nella periferia di città del Messico. La nuova compagna di amore e di fuga di El Chapo è diventata poi la giovane regina di bellezza, Emma Coronel, nipote dello scomparso Ignacio Nacho Coronel.

IL MASSACRO AL RISTORANTE
L’11 settembre del 2004, El Chapo è arrivato con altri 30 uomini armati a una festa dove era presente Rodolfo Carrillo Fuentes, fratello minore di Amado Carrello Fuentes, il “signore dei cieli”, capo del cartello di Juárez, morto durante un intervento chirurgico per cambiare completamente connotati. Su ordine del capo del narcotraffico, i cellulari sono stati tolti a tutti i presenti per garantire “la sicurezza e la tranquillità dell’operazione”. Carrillo Fuentes venne ucciso e prima di andare via, El Chapo pagò il conto di tutti i clienti del ristorante. Come compenso per il disturbo.

LA FORTUNA DEL CHAPO
Una volta in libertà, El Chapo ha aumentato di molto la rete della propria organizzazione narcotrafficante. Il cartello di Sinaloa oggi opera in tutta la regione del nord Pacifico, il centro e il sud del Messico, in 17 regioni: Baja California, Sonora, Sinaloa, Durango, Zacatecas, Nayarit, Nueva Leon, Tamaulipas, Jalisco, Colima, Guanajuato, Morelos, Distrito Federal, Guerriero, Chiapas e Quinta Roo. El Chapo è stato finora il principale fornitore di cocaina e marijuana degli Stati Uniti. La sua fortuna, frutto di tre decadi di produzione, distribuzione, spaccio e truffe all’interno del mercato del narcotraffico in Messico e negli Usa, è di circa un miliardo di dollari secondo la rivista finanziaria Forbes. L’Fbi offriva un compenso compreso tra i 15 e i 30 milioni di dollari per chi avesse offerto qualche informazione valida su di lui.


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