Il forcing di ambienti non secondari del Pd contro il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, si sta intensificando. Stefano Fassina, già viceministro dell’Economia nel governo Letta, non usa perifrasi contro l’ex presidente dei Giovani industriali, l’ex vicepresidente di Confindustria e al vertice del gruppo di famiglia Ducati Energia. Fassina si sta concentrando in particolare sui potenziali conflitti di interessi di Ducati Energia, che ha commesse pubbliche con aziende come Poste ed Enel.
LA TENAGLIA FASSINA-REPUBBLICA
Ma in verità, come si evince anche dalle cronache di Repubblica, a turbare i sonni di quella parte del Pd non troppo renziana è la sintonia “berlusconiana” della famiglia Guidi: è notoria l’empatia che per anni Guidalberto Guidi e la figlia Federica hanno avuto con il fondatore di Forza Italia. Una sintonia personale ma anche politico-culturale, se si osservano tesi e pensiero della Guidi su energia, fisco e lavoro. Invece, sottolineano fonti di Forza Italia, gli attacchi del quotidiano diretto da Ezio Mauro sono una sorta di “avvertimento” del gruppo Espresso del patron Carlo De Benedetti per mettere sul chi vive il ministro sui dossier energetici su cui l’Ingegnere è interessato, visto anche il caso Sorgenia.
IL DOSSIER COMUNICAZIONI E TV CARO AL CAV.
Ma dietro le polemiche, le dichiarazioni nerborute e i mugugni più o meno palesi contro Guidi ci sarebbe una partita che investe in particolare uno dei settori di competenza del dicastero dello Sviluppo economico: quello delle Comunicazioni, che nel governo Letta è stata appannaggio del viceministro Antonio Catricalà, ritenuto dal Pd una personalità tecnica non lontana, anzi, a Berlusconi e a Gianni Letta.
LE VOGLIE E LE ATTESE POCO RENZIANE DEL PD
Secondo ambienti parlamentari, le critiche al ministro Guidi hanno un altro obiettivo: evitare che Renzi possa confermare Catricalà in quel ruolo. Insomma, si tende a verificare – sul dossier tv e comunicazioni, in cima ai pensieri di Berlusconi – se e quanTo il premier abbia stretto un accordo di fatto con l’ex premier. Inutile dire che il Pd ha già pronti almeno un paio di nomi validi per il ruolo finora ricoperto. Ma in ossequio alla regola di Formiche.net (toto-nomi vietati) si evita accuratamente di indicare parlamentari e dirigenti del Pd che al Largo del Nazareno vedono già al posto di Catricalà.