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Come si dividerà (forse) il board di Telecom Italia

Sarà scontro sulla governance in Telecom Italia? È questa la previsione di alcuni osservatori per il Cda che si terrà domani. Ma fonti interne all’aziende ridimendionano la portata delle divergenze. Sta di fatto che da un lato ci sono i vertici del gruppo, con in testa l’amministratore delegato Marco Patuano, dall’altro lato i consiglieri indipendenti, capitanati da Lucia Calvosa, che sostengono alcune tesi non del tutto aderenti a quelle di Patuano.

Siedono nell’attuale Cda in qualità di indipendenti, oltre a Calvosa, Luigi Zingales, Mauro Sentinelli, Massimo Egidi, Jean Paul Fitoussi. Era consigliere indipendente anche Elio Catania, dimessosi lo scorso settembre; seguito a ottobre da Franco Bernabè e a dicembre dai due spagnoli di Telefonica Cesar Alierta e Julio Linares. Dimissioni che hanno portato il numero attuale dei consiglieri da 15 a 11.

LA PROPOSTA DEGLI INDIPENDENTI

Il numero è il primo elemento del contendere: nella proposta di Lucia Calvosa presentata nel Comitato controllo rischi dello scorso 5 febbraio, i consiglieri sono 15, ma aumenta il peso degli indipendenti: da 3 a 5. In sostanza alla lista che ottiene la maggioranza vengono assegnati, attraverso un sistema di nomine proporzionale, i due terzi e non più i quattro quinti del board.

IL PLAUSO DI ASATI

La proposta, che prevede una modifica statutaria, ha il plauso dell’Asati, l’associazione dei piccoli azionisti Telecom, che si è già espressa contro l’eventuale scelta della società telefonica di “mettere ai voti del prossimo cda una proposta che al massimo si limita soltanto a emettere una generica formulazione di indicazioni e raccomandazioni in merito al concetto di indipendenza”.

LA POSIZIONE DI PATUANO

E dall’altro lato c’è Patuano che, insieme con il general counsel Nino Cusimano, starebbe lavorando a una contro-proposta. Patuano deve fare i conti con la maggioranza dei due terzi richiesta per eventuali modifiche di statuto: una maggioranza che si ottiene solo facendo convergere le posizioni di Telco, che detiene il 22,4%, e del mercato. Per questo, muovendosi nel quadro delle regole attuali, l’idea sarebbe di ridurre il numero dei consiglieri lasciando invariato quello degli indipendenti, tre contro otto della maggioranza. E salvando anche la regola dei quattro quinti che, sempre da statuto, si arrotondano per difetto.

SCONTRO SUL PRESIDENTE

E poi c’è il tema dell’elezione del presidente. Nella proposta di Patuano sarebbe escluso che possa essere scelto fra gli indipendenti. Su questo tema, su cui molto ha insistito Marco Fossati, azionista di Telecom con una quota del 5%, lo scontro rischia di arroventarsi. Calvosa, che ha dalla sua parte anche la Findim di Fossati, fa appello all’art. 10 dello statuto di gruppo in cui si legge che il Cda “elegge fra i propri membri un Presidente – ove l’Assemblea non vi abbia già provveduto – e può nominare uno o più vice presidenti”.

Tra i temi all’ordine del giorno potrebbe esserci anche un aggiornamento sull’andamento del mercato brasiliano in vista dei conti che verranno esaminati il 6 marzo. Ad aprile è previsto il rinnovo del board. Mentre a giugno si apre la possibilità di sciogliere il patto di sindacato in Telco, con l’uscita di Mediobanca e Generali. Un’occasione anche per gli spagnoli di liberarsi senza troppi problemi della questione brasiliana, dove sono stati accusati di avere un conflitto di interesse.


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