Un annuncio al giorno toglie le preoccupazioni di torno. Forse è questo il motto al quale si ispira Matteo Renzi. Infatti, dopo aver sbloccato a parole 60 miliardi di debiti della pubblica amministrazione (Franco Bechis su Libero espone implacabilmente tutti i dubbi sull’annuncio sbrigativo del premier e Antonella Baccaro sul Corriere della Sera indica alcune incognite del piano abbozzato), ora è la volta del taglio del 30 per cento dell’Irap dopo le indicazioni, poi ridimensionate se non cassate di Graziano Delrio sulle rendite finanziarie. Vedremo oggi quale invenzione ci riserva il primo ministro.
(MATTEO RENZI SHOW IN PARLAMENTO. TUTTE LE FOTO DI PIZZI)
Ma a preoccupare maggiormente sono i sommovimenti interni al Pd. Più che i mugugni dei pochi lettiani rimasti, più che gli interrogativi dei popolari alla Beppe Fioroni per l’approdo del Pd nel Partito socialista europeo, più che i dubbi esistenziali dei civatiani dalle ondivaghe posizioni sulla fiducia al governo Renzi, e più che le incognite di Gianni Cuperlo e compagni, a lasciare esterrefatti sono i grillismi striscianti del Pd.
Gli osservatori renziani già gongolano per l’effetto-calamita del premier che, pare come sia avvenuto anche a Firenze, riesca ad attirare esponenti politici che non provengono dal suo alveo politico. Così, con un governo sostenuto da Pd, Nuovo Centrodestra, Udc e Popolari per l’Italia, i renziani sognano già di poter sommare e coinvolgere nella maggioranza anche i parlamentari grillini espulsi dal Movimento 5 Stelle o in via di scissione dal movimento retto autoritariamente da Beppe Grillo.
(MATTEO RENZI SHOW IN PARLAMENTO. TUTTE LE FOTO DI PIZZI)
La speranza dei renziani e dello stesso Renzi è quella di rinsaldare la coalizione di governo e il tasso di cambiamenti e riformismo. Sarà. Di certo l’effetto-guazzabuglio è quanto meno pari all’effetto-calamita perseguito da Matteo Giamburrasca Renzi.