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Tutti i renziani che sbuffano su Renzi

Il “giglio magico” perde petali. La cerchia ristretta dei fedelissimi di Matteo Renzi registra i primi ammutinamenti. Solo malumori per ora ma che dimostrano come la rivoluzione che sta portando avanti il nuovo presidente del Consiglio non corrisponda alle aspettative dei suoi uomini in primis.

Aveva destato stupore la settimana scorsa l’isolato dissenso di un renziano della prima ora come Matteo Richetti sull’adesione del Pd al Pse (LE FOTO DEL CONGRESSO). Aveva invitato a riflettere di più su questa scelta che rappresenta “un passo indietro” il deputato modenese, escluso tra l’altro dalla partita di nomine tra ministri e sottosegretari della nuova era Renzi.

Ora i maldipancia si spostano sulla legge elettorale. È Roberto Giachetti, sempre in prima fila, anche con lunghi scioperi della fame, per sollecitare la riforma, a dire che l’accordo trovato tra Pd, Fi e Ncd non funziona: “Riforma solo x Camera non ha senso spero @matteorenzi non molli. I frenatori sempre al lavoro temo che oggi non faremo un solo voto”, ha scritto su Twitter.

Anche Paolo Gentiloni ha giudicato la nuova intesa “più debole della precedente”. E per l’ex ministro delle Comunicazioni c’è un altro capitolo che forse non lo convince del tutto: quello sulla nomina governativa attesa proprio in questo campo, su Tlc e digitale, dove invece il Rottamatore ha preferito piazzare un franceschiniano, Antonello Giacomelli.

Anche tra i renziani dell’ultima ora in realtà c’è maretta. Francesco Boccia ha criticato la nuova formulazione dell’Italicum definendola un “gran pasticcio”. Mentre il sindaco di Bari Michele Emiliano sul Fatto quotidiano ragiona sulla “rottamazione… con qualche pausa”.



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