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Profumo sbatte i conti Mps in faccia all’ex Mussari

È il turno del Monte dei Paschi. La banca senese ha presentato i conti al mercato e, anche questa volta, il mercato ha festeggiando facendo correre il titolo sul listino. Merito della pulizia del bilancio come conferma il presidente del gruppo Alessandro Profumo, al congresso della Fabi: “Mi sembra che la reazione del mercato sia positiva. Penso che siano anche investitori stranieri a comprare. Le banche italiane oggi sono abbastanza a buon prezzo, lo è certamente Mps”.

LE PAROLE DI PROFUMO

E Profumo non ha risparmiato neanche critiche al suo predecessore Giuseppe Mussari. “I risultati sono lì, ha sbagliato tutto: faceva tutto, il presidente, il dg, l’ad e forse anche il capo del personale e, da quello che mi risulta, trattative con una sola sigla sindacale”, riferendosi probabilmente alla Fisac-Cgil.

ROSSO DI SIENA

Intanto, dopo un Cda fiume che ieri ha tenuto banco per cinque ore, oggi Rocca Salimbeni ha presentato il suo settimo bilancio in perdita. Il rosso ammonta, a tutto il 2013, a 1.439 milioni di euro (rispetto, certo, alla perdita di 3.168 milioni del 2012). La causa è sempre la stessa: svalutazioni e rettifiche sui conti.

I NUMERI

Mentre migliora qualche numero: i ricavi primari sono risultati superiori dell’1,4% e i costi inferiori del 4,8% rispetto agli obiettivi, e il margine di interesse nell’ultimo trimestre ha segnato una significativa ripresa (+11,2% trimestre su trimestre). Le commissioni nette sono in crescita (+1,5% anno su anno), ed i costi sono diminuiti del 12,7% anno su anno e dell’1,5% trimestre su trimestre, con risparmi di oltre 600 milioni di euro in 2 anni sulla base di partenza del 2011 di 3,4 miliardi di euro.

LE COPERTURE

Continua inoltre il rafforzamento della copertura dei crediti deteriorati, anche in vista dell’Asset Quality Review. Così la copertura delle sofferenze è pari al 58,8% (63,2% con ammortamenti), in crescita di 90 punti base rispetto a fine 2012. In flessione gli attivi finanziari (-11,3% anno su anno, -5,7% trimestre su trimestre). Il beneficio derivante dalla rivalutazione della quota del Montepaschi in Banca d’Italia è stato pari a 187,5 milioni. A fine 2013 il Core Tier 1 è al 10%, il Common Equity Tier 1 fully phased al 9% e phase-in a circa l’11,4%.

RICAPITALIZZAZIONE

Mps vanta anche il record del maggior aumento di capitale di questa tornata: chiederà al mercato 3 miliardi di euro. L’aumento di capitale “sarà fondamentale per creare nuova base stabile di azionisti”, ha detto l’ad di Mps, Fabrizio Viola, in conference call. Auspicandosi che venga deliberato entro il primo luglio. “Se chiudiamo prima di quella data potremo emettere nuovi strumenti finanziari”. E intanto la banca ha reso noto di aver siglato un nuovo accordo di pre-underwriting mentre “la struttura del consorzio bancario è la stessa che avevamo avuto nel primo accordo di sottoscrizione”, ha precisato il cfo Bernardo Mingrone.

LA COMPOSIZIONE DEL CONSORZIO

Il consorzio di garanzia e’ composto da Ubs, Citigroup, Goldman Sachs, Mediobanca, e in aggiunta Barclays, BofA Merrill Lynch, Commerzbank, JP Morgan, Morgan Stanley e Société Générale. Quanto alla tempistica, si dovrà aspettare il 12 maggio l’assemblea degli azionisti: dal 13 maggio in poi ogni giorno sarà buono per avviare la ricapitalizzazione.

LE SFIDE

C’è spazio per migliorare i target del conto economico per il triennio 2015-2017. Almeno questo sostiene la banca senese che, da business plan, prevede un utile netto di circa 200 milioni nel 2015 e di circa 900 milioni nel 2017, ma la chiusura di Santorini con Deutsche Bank e gli effetti fiscali positivi dei provvedimenti contenuti nella legge di Stabilità, due elementi che non sono inclusi nel business plan, apporteranno un ulteriore contributo all’utile netto del 2015 rispettivamente di 22 e 70 milioni e nel 2017 di 21 e 56 milioni. Monte Paschi potrebbe tornare al “pagamento di dividendi ma solo a partire dal 2016”, secondo il Cfo Bernardo Mingrone, che ha sottolineato come “payout sia sotto il 30%” dell’ utile.

SOCI ESTERI IN ARRIVO

L’ingresso di eventuali azionisti stranieri nel capitale non è un rischio: l’importante è avere un azionariato che creda nel progetto di rilancio della banca. Lo ha affermato ancora il presidente Profumo al congresso della Fabi: “Auspico che ci siano azionisti che credono nel progetto di rilancio della banca, in una prospettiva di medio lungo termine. La pianterei di parlare di nazionalità degli azionisti, ma parlerei piuttosto di nazionalità dell’azienda”.



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