Dopo quella accordata da Camera e Senato, c’è un’altra fiducia che il governo Renzi deve sapersi conquistare. La Civiltà cattolica pone nel suo ultimo numero in uscita venerdì 15 marzo cinque condizioni al nuovo premier.
Un “uomo politico atipico”, su questo nessun dubbio, nemmeno dalla rivista dei gesuiti. Ma se la sua atipicità gli consentirà una duratura ed efficace permanenza a Palazzo Chigi, ciò dipenderà da alcuni punti.
È Francesco Occhetta a tratteggiare, in un’ampia analisi che Formiche.net ha potuto leggere in anteprima, le peculiarità del nuovo presidente del Consiglio: il suo essere prima di tutto un sindaco, i suoi riferimenti costanti ai territori e alla Rete, il nuovo stile con cui è irrotto a Palazzo.
La rivista diretta da Antonio Spadaro, nel fare gli auguri al più giovane premier della storia della Repubblica, suggerisce alcune direttive al nuovo corso. Innanzitutto l’optare per “politiche centriste”, per un “riformismo depotenziato del’ideologia della destra e della sinistra”, evitando la “bipolarità muscolare” di questi ultimi vent’anni. Occorre poi “un patto culturale” tra le generazioni e le forze politiche, in cui il bene comune deve essere superiore ai singoli interessi di parte. Terza condizione è il “rispetto della logica dell’equilibrio dei pesi e dei contrappesi, pensati dai costituenti nel 46-47”. La riforma elettorale e quella del Senato richiedono infatti “un’idea precisa di forma di governo e di garanzie costituzionali, che per la cultura cattolica sono il fondamento della democrazia”.
Necessaria inoltre è la “credibilità” dell’esecutivo che dipende da molteplici fattori come la chiarezza sulle coperture finanziarie, la trasparenza sulle nomine delle partecipare del Tesoro che spettano al nuovo presidente del Consiglio, la competenza dei suoi ministri. Ultimo auspicio suggerito da Occhetta è il coinvolgimento nel dibattito sui grandi cambiamenti in corso nel Paese della “voce e del servizio della Chiesa e delle varie confessioni religiose”.