Il one man show di Matteo Renzi andato in scena ieri a Palazzo Chigi aveva paradossalmente un co-protagonista. A rubare la scena, o meglio metà della scena, “split screen” per usare il gergo tecnico, al presidente del Consiglio, in grande spolvero nella sua prima conferenza stampa in queste vesti, sono state le slide della sua presentazione.
Uno strumento che da subito ha catalizzato attenzione e curiosità da parte dei media e della rete. Tra pesciolini rossi, frasi a effetto e colori accesi, è sulle 32 pagine che hanno accompagnato il discorso renziano che si sono concentrati i commenti, più o meno positivi.
Dietro a questa scelta comunicativa c’è Proforma, l’agenzia barese che collabora con Renzi dai tempi delle primarie. Ecco genesi, ispirazioni, immagini e linguaggio della presentazione, spiegati a Formiche.net da Giovanni Sasso, direttivo creativo di Proforma.
Perché avete optato per il PowerPoint e lo split screen? Quali i vantaggi? Ci sono invece delle controindicazioni per questi due tipi di strumenti?
In realtà era solo un PDF. Di 32 pagine. Nessuna controindicazione. I vantaggi sono tanti. I concetti, visualizzati attraverso immagini e piccole frasi, restano più impressi. La comunicazione si semplifica. La conferenza stampa diventa più scorrevole. I cittadini riconoscono un linguaggio a loro più familiare. Anche i giornalisti hanno materiale riassunto più facile da comunicare. E poi chi guardava sul web e magari non poteva ascoltare l’audio, con quelle slide sempre in primo piano accanto a Renzi, è riuscito a seguire lo stesso.
Chi vi ha ispirato? Sono stati notati echi obamiani nella conferenza stampa…
L’ispirazione è stata Obama, nel discorso sullo State of the Union. Quando l’abbiamo visto abbiamo detto: perché in Italia non l’ha ancora fatto nessuno? E chi può farlo meglio di Renzi? La differenza è che Obama non mandava avanti le slide da solo. Matteo sì.
Claudio Velardi su Formiche.net dice che sarebbe stato meglio utilizzare Prezi, più innovativo e divertente, che ne pensa?
I consigli dell’amico Claudio sono sempre preziosi, ma lui non sa che abbiamo avuto solo 36 ore di tempo… Ripeto, non era nemmeno un power point, semplicemente un PDF.
Frasi a effetto, punti esclamativi, colori accesi non sono poco adatti a una conferenza stampa a Palazzo Chigi? O rompere con gli schemi consolidati era proprio uno degli obiettivi?
Forse è Palazzo Chigi che è poco adatto a comunicare con gli italiani… Magari il “nuovo” Palazzo Chigi lo sarà di più.
Ci può spiegare la scelta di alcune immagini, come la katana e il pesciolino rosso?
La katana serviva a parlare di lotta e di tagli. La boccia del pesciolino rosso era stata scelta perché il tema era “le riforme di cui NON parleremo”. E il pesce rosso è notoriamente muto. Con tutta l’acqua che ha in bocca…
Avete studiato anche il discorso da associare alle slide o quello è tutto made by Matteo?
Rigorosamente by Matteo, dalla prima all’ultima sillaba. Come sempre. Ma anche alcuni slogan delle slide sono suoi. Come pure il titolo, “La Svolta Buona”.
Una delle critiche più ricorrenti è stata l’effetto “televendita” o asta. L’avevate messo in conto?
A un certo punto Matteo, sulla slide dell’asta delle auto blu, ha scimmiottato un imbonitore. Diciamo che non difetta in autoironia. E la satira, quando è garbata, non fa che amplificare l’effetto della comunicazione. Non si parlava così tanto di una conferenza stampa da… Da quanto?
Vi aspettavate tutto questo clamore per delle slide?
Ecco, appunto.