E’ giunta l’ora. E’ giunta l’ora di mollare gli ormeggi e di navigare in mare aperto. E’ giunta l’ora di accantonare orgogli di partito e gelosie particulari.
L’alleanza tra Udc e Popolari per l’Italia, in vista delle Europee del 25 maggio, annunciata ieri da Lorenzo Cesa e Mario Mauro, va nella direzione di costruire quella Casa unitaria dei Popolari che possa riunire sotto un unico tetto i movimenti che si riconoscono nel Partito popolare europeo.
Che senso ha, infatti, incontrarsi e abbracciarsi a Dublino e poi tornare in Italia a coltivare le proprie piccole ambizioni? Che senso ha fare i gargarismi su quanto siamo moderati e riformatori, su quanto siamo liberali e non socialisti, e poi restare nei rispettivi, angusti, recinti?
Per questo chi vuole, fortissimamente vuole, costruire un nuovo centrodestra non può che abbandonare la pur sfavillante e confortevole casupola con l’insegna del Nuovo Centrodestra, per iniziare a lavorare già dalle Europee per la grande Casa Popolare.
Certo, è legittima l’aspirazione e l’ambizione di voler sfondare il 4 per cento per dimostrare ai cugini di Forza Italia di non essere un movimento evanescente, ma il progetto di Angelino Alfano e degli alfaniani è troppo lungimirante per coccolarsi con qualche confortante percentuale.