Si tende a immaginarli contrapposti, Matteo Renzi e Massimo D’Alema. Stasera invece saranno fianco a fianco, per la presentazione del nuovo libro dell’ex presidente del Consiglio, “Non solo euro”, al Tempio di Adriano a Roma.
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Sorrisi, strette di mano, sguardi di intesa comporranno la foto mai scattata prima del disgelo tra i due. Ma quanto quella foto corrisponde alla realtà? Le indiscrezioni parlano di un’alleanza europea in chiave anti-austerity, con la possibile candidatura di D’Alema come commissario europeo, sottolinea Gerardo Pelosi del Sole 24 Ore. Un dossier quello delle nomine per Bruxelles da finalizzare durante il semestre italiano alla presidenza europea che il premier avrebbe discusso anche a Berlino con Angela Merkel.
RENZI SCRUTATO DA PIZZI. LE FOTO
Formiche.net ha cercato di capirne di più, interpellando chi conosce bene entrambi i protagonisti: Peppino Caldarola, saggista e giornalista di lungo corso, amico di D’Alema ma estimatore di Renzi.
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Caldarola, c’è qualcosa in comune tra Renzi e D’Alema?
Sono tecnicamente due ecomostri. Hanno in comune l’ambizione e l’egocentrismo. Ma per il resto, credo non si somiglino per nulla. La capacità di comunicare di Renzi è moderna, antica quella di D’Alema. Quest’ultimo ha una cultura politica più strutturata, più trasversale ed eclettica quella dell’attuale presidente del Consiglio.
Non seguono entrambi la strada del “riformismo”?
Su questo versante, le differenze vanno tutte a svantaggio di D’Alema. Non ha mai avuto la forza di portare avanti alcune sue idee audaci, si sente parte di un mondo a cui crede di dover rispondere. Ciò non gli ha permesso un vero braccio di ferro con il sindacato o di essere più coraggioso con la Bicamerale. L’ex sindaco è un riformista più pragmatico, quando decide una cosa va dritto come un tir e non si cura di quanti amici o nemici abbia. Per Renzi il mondo coincide con sé medesimo. Basti pensare ai suoi atti di governo, un mix tra idee di sinistra e di destra, tra misure alla Ichino e alla Camusso.
Il Pse è un orizzonte che li avvicina? (GUARDA LE FOTO DEL CONGRESSO)
Il segretario del Pd è stato più concreto di Fassino e dello stesso D’Alema. Renzi ha tolto l’elemento ideologico di contrasto e ha dimostrato come le polemiche su di lui “intruso” nel Pd fossero infondate.
È stata siglata un’alleanza tra i due in chiave europea?
Dopo aver praticato la linea del rinnovamento generazionale alla guida del partito, nel governo e nelle future liste, Renzi capirà che di fronte a problemi veri di rappresentanza all’estero non potrà escludere le generazioni più esperte. Magari non per le europee ma per un posto da commissario, i legami, la cultura, la storia di D’Alema potranno essere utili al suo progetto.
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E D’Alema lo aiuterà al governo?
Conosco D’Alema e sono certo che non gli metterà i bastoni fra le ruote.
Che ne pensa delle ultime polemiche sugli F35?
Penso che in questo Paese ci sia una lettura del problema troppo debitrice alla cultura pacifista. Non dobbiamo pensare come il Venezuela di Chavez, si può ragionare sulla diminuzione del numero degli F35 ma il tema della Difesa è importante, non stiamo andando incontro a un mondo di pace, come si vede in Crimea, e disarmarsi non mi sembra un’idea geniale.
Renzi sta sbagliando dunque su questo fronte?
Ha capito che deve dire cose di sinistra, ha bisogno di avere l’opinione pubblica che non lo giudichi negativamente. È comprensibile, ma non per troppo tempo.