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Confindustria, lo scatto renziano di Rocca sul poco renziano Squinzi

“G.Squinzi dice che è pronto ad andare in Svizzera. G.Rocca dice che con Renzi adesso l’Italia può ripartire. Primarie in Confindustria”. Questo tweet del giornalista del Foglio, Marco Valerio Lo Prete, è tutt’altro che dietrologico, seppure malizioso, nel chiosare l’intervista di Rocca al Corriere della Sera. Infatti, il presidente di Assolombarda, Gianfelice Rocca, si distacca dalle recenti prese di posizione polemiche del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, sulle misure annunciate dal governo Renzi.

LO SCATTO DI ROCCA E IL PASSISTA SQUINZI

Se Squinzi non ha elogiato troppo la “finanziaria” di Matteo Renzi, soprattutto perché i vertici della confederazione degli industriali si attendevano un taglio più corposo rispetto a quello illustrato sull’Irap, il numero uno della potente Assolombarda, che trova sovente ampia eco anche sul confindustriale Sole 24 Ore, apprezza i primi passi del governo retto dal segretario del Pd: “Le prime misure di Renzi nella giusta direzione”, titola il Corriere della Sera dopo aver intervistato Rocca.

CONFINDUSTRIA TRA POLETTI E GUIDI

Il presidente di Assolombarda dà così voce oggi a quei settori della confederazione di viale dell’Astronomia che preferiscono avere rapporti distesi e non burrascosi con il governo. Anche perché gli industriali giudicano positivamente il decreto firmato dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sulla liberalizzazione e sulla semplificazione dei contratti a termine fino a 36 mesi; attendono con favore i risultati degli obiettivi della riduzione della bolletta energetica annunciata dall’esecutivo, e si aspettano azioni concrete e non anti imprese da una loro collega, Federica Guidi, già presidente dei Giovani di Confindustria e poi anche vicepresidente della confederazione, ora titolare del dicastero dello Sviluppo economico, che ha nominato come consigliere per l’energia il turbo-liberista Carlo Stagnaro, direttore studi e ricerche dell’Istituto Bruno Leoni diretto da Alberto Mingardi; istituto che in verità non ha mai elogiato troppo l’azione di Confindustria pur essendo non lontano da aziende federate.

IL PASSATO CHE NON PASSA

Le sortite anti governative di Squinzi non hanno sorpreso più di tanto ambienti confindustriali: Federica Guidi, oltre ad essere figlia di Guidalberto Guidi del gruppo Ducati Energia da tempo in ottimi rapporti con Silvio Berlusconi, nella recente corsa alla presidenza di Confindustria non ha appoggiato Squinzi bensì l’altro candidato, Alberto Bombassei, patron di Brembo, ora parlamentare della montiana Scelta Civica. E Bombassei sfidò Squinzi per succedere a Emma Marcegaglia alla presidenza della confederazione degli industriali dopo che su Gianfelice Rocca non si coagularono quei consensi robusti che si attendeva un fronte confindustriale che racchiudeva in particolare montezemoliani e non montezemoliani, come ad esempio Stefano Parisi.

LA PARTITA LOMBARDA

Questioni del passato? Non tanto. L’intervista odierna di Gianfelice Rocca, per lanciare peraltro un’iniziativa organizzata oggi dalla Fondazione del Corriere della Sera, segna anche negli ambienti confindustriali l’inizio di una campagna de facto per il prossimo rinnovo della presidenza della confederazione di viale dell’Astronomia, ora presieduta da Giorgio Squinzi. La domanda chiave è questa, però: la frastagliata e composita confederazione degli industriali, con ampie propaggini in tutt’Italia, e con una scalpitante Unindustria al centro, può sostenere ed eleggere il terzo lombardo di fila alla presidenza di Confindustria? La domanda è tutt’altro che maliziosa, anche se il peso ovviamente di Milano e della Lombardia è primario nella confederazione degli industriali.



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