Irruento, sagace, acuto e sferzante come sempre, il prof Massimo Cacciari, in questa conversazione, traccia un quadro della nuova fase politica aperta dall’ascesa al governo del boy-scout di Rignano sull’Arno.
Professor Cacciari, nonostante le numerose prese di posizione non ultima quella del Quirinale, la questione del dopo Napolitano si pone ormai con forza. Anzi, fu lo stesso Presidente a sollevarla al momento del suo secondo “sì”. Chi sarà, secondo lei, il successore?
Fino al voto resterà, chiaramente, Napolitano. E con un Governo in mano a Renzi le nuove Camere voterebbero un Presidente a lui gradito. Mi pare di capire che questo potrebbe essere ancora Prodi.
Quindi il PD: il partito dei 101 franchi tiratori, a quel punto accetterebbe?
Ma certo! Il PD accetta tutto quello che gli dice Renzi. Fino alle elezioni sarà così e dopo le elezioni, se Renzi vince, sarà ancora così. Se Renzi perde va a casa, lo fucilano, lo massacrano nel giro di trenta secondi. Ma se fino alle elezioni sarà il capo indiscusso, lo rimarrà anche dopo le elezioni, se vince.
Professore oggi si sa chi è il Governo, ovvero Renzi come diceva lei, ma non chi è al Governo.
Sì, il Governo è Renzi: diciamo, Napolitano-Renzi o Renzi-Napolitano. E anche la sua maggioranza è ben chiara: PD più il centro destra, la destra cento: Alfano, Monti ecc. Dopo di che, non si sa chi sono i Ministri perché, in fondo, altro non sono che fotocopie, cloni, dello stesso Renzi. E’ anche inevitabile che sia così e forse, persino, bene. In questo modo è chiara la responsabilità. Renzi, nel bene e nel male, si assume tutta la responsabilità.
In Italia, con o per l’arrivo a Palazzo Chigi di Renzi, è da mesi in atto una vorticosa quanto sguaiata riorganizzazione del potere economico-finaziario. Quale scenario vede?
Mi pare che il potere economico-finanziario, per un verso o per l’altro e forse obtorto collo, si stai ricompattando intorno a Renzi. Mi pare che sia i Marchionne, che i Della Valle e Squinzi stesso, al di là di tutto, abbiano da tempo virato in favore di Renzi essendo stati tra i protagonisti della crisi del Governo Letta. Mi pare che da quel lato Renzi non abbia niente da temere. In fondo, se non altro per mancanza di alternativa, i poteri economici locali (nazionali) ma credo di capire anche europei, hanno aperto un’importate credito nei confronti del Presidente del Consiglio.