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Anima, tutte le strategie post Ipo di Carreri

Dopo l’exploit dell’Aim, dove da inizio anno si sono quotate cinque società, in Borsa arrivano le teste di serie. Il riferimento è ad Anima holding, che si quota sul listino principale e la cui offerta pubblica di vendita è partita il 31 marzo per concludersi il 10 aprile. E il 31 marzo a Milano Marco Carreri ha presentato l’Ipo e anche la società di cui è amministratore delegato.

GLI OBIETTIVI

Anima Holding punta ad aumentare masse amministrate, ricavi e utili. “Il nostro piano – ha detto Carreri – è fortemente orientato alla crescita organica. Ma è pur vero che siamo un aggregatore industriale e siamo interessati a valutare opportunità nell’M&A”. In particolare, la ricerca della Sgr si rivolgerà a soci “simili che ci permetteranno di aumentare il modello distributivo”. Acquisizioni quindi sul modello di quelle del recente passato che hanno portato all’aggregazione dei fondi di Bpm e poi di Creval. “Guarderemo a società con un dna simile – continua Carreri – che ci consentano di registrare economie di scala. Del resto maggiori sono le masse amministrate, maggiore è l’efficienza”. E per finanziare questo shopping non si farà ricorso ad aumenti di capitale, ma saranno “gli azionisti ad andare in minoranza”.

FLOTTANTE E CONTENDIBILITA’

Dopo l’Ipo, gli azionisti Clessidra, Mps e Bpm scenderanno nel capitale fino a portare il flottante al 55%, livello che potrebbe salire al 63,3% con l’esercizio della greenshoe. Lauro 42, che fa capo al fondo Clessidra, avrà un lock up di sei mesi sul proprio 8% del capitale (quota che ipotizza la green shoe), mentre Bpm e Mps (che deterranno rispettivamente il 14,72% del capitale e il 9,9%) si sono impegnate a non vendere parte delle azioni per 12 mesi e tutta la quota per 36 mesi.

VALORE IN BORSA

Il prezzo delle azioni è fissato tra i 3,5 e i 4,5 euro, per una valorizzazione complessiva del gruppo tra il miliardo e il miliardo e 300 milioni. E con una quota al pubblico che supera la metà del capitale, la società diventa contendibile, ovvero possibile preda di qualsiasi gruppo straniero o italiano che la voglia scalare rastrellando azioni sul mercato. “Per non essere comprati crescere”, ha detto il presidente Claudio Bombonato. La crescita intanto è sicuramente avvenuta nel bilancio: l’utile netto è letteralmente esploso da 8 a 120 milioni dal 2011 al 2013, con masse gestite passate da 35 a 46,6 miliardi a fine 2013 e a 48,7 miliardi a fine febbraio, a seguito dei 2,8 miliardi portati in dote da Creval.

I CLIENTI DEL FUTURO

Nei progetti della Sgr c’è anche quello di distribuire il dividendo ma è presto per avere ulteriori dettagli. Quanto alle strategie di mercato, Anima cercherà di consolidare il proprio ruolo di soluzioni di investimenti per le famiglie, provando nel contempo a conquistare anche fasce di clienti affluent, i ricchi. “Abbiamo un milione di clienti che per la maggior parte dei casi detengono 100-200 mila euro e investono almeno 25 mila euro”, ha detto ancora Carreri. La distribuzione, ad oggi affidata alle reti bancarie di Bpm, Mps e Creval, sarà estesa ad altri istituti, con l’obiettivo di catturare anche clienti istituzionali. E sarà ulteriormente rafforzato il modello di business che prevede gestioni con un notevole ‘track record’ e un’attenzione particolare ai servizi. Anima, infine, non ha allo studio l’emissione di fondi immobiliari “per i quali riteniamo che servano competenze specifiche”, ha concluso l’ad.



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